Un inferno durato sei mesi, una spirale di screzi diventati sgarbi poi scontro aperto. E alla fine uno dei due va fuori di testa e un giorno, complice anche qualche bicchiere di troppo, spara sei colpi in faccia al «nemico». Muore così il 23 dicembre del 2006 allinterno della guardiola il custode Lucio Tartaglia. Ucciso, secondo i carabinieri, dal collega Bruno Purrì.
Quel giorno gli investigatori della compagnia di San Donato, diretti dal capitano Marco Poddiche, si ritrovano per le mani uno strano delitto. La vittima, 56 anni sposato, separato, padre di due figli, residente a San Giuliano in via Baracca 8, non ha precedenti, non è ricco. Sentendo amici e parenti, scoprono che luomo ha un solo grande «nemico», appunto Purrì, 53 anni, anche lui di San Giuliano. Entrambi lavorano presso la Wizard, società che fornisce portieri e custodi a diverse società: Tartaglia a tempo indeterminato, laltro invece a ritenuta dacconto.
Purrì sei mesi fa va a raggiungere il collega alla Cassol, ditta di trasporti di San Giuliano. Si alternano allinterno della guardiola 12 ore al giorno: dalle 7 alle 19 e dalle 19 alle 7. Tra i due subito scintille, screzi, anche meschini dispettucci. Alla fine Tartaglia fa valere la sua «posizione» di dipendente e il 19 dicembre fa trasferire il collega in un altro luogo di lavoro. La goccia che fa traboccare il vaso. Così il 23 Purrì decide di vendicarsi. Quel giorno la moglie e le due figlie che vivono con lui, lo ricordano particolarmente irritabile e soprattutto piuttosto su di giri. Dopo pranzo la lasciano semi sbronzo a dormire sul letto.
Verso le 16 luomo sarebbe invece uscito per recarsi alla guardiola della Cassol e chiudere per sempre i conti con il «nemico». I militari ne sono certi. Una telecamera posta vicino allazienda, immortala larrivo alle 16.15 di una Daewoo Nubira, proprio come quella dellarrestato, da cui scende un uomo uguale per abiti, corporatura e camminata a Purrì. La figura ricompare alle 16.21, sale sulla macchina e riparte. E il delitto, secondo il medico legale, sarebbe avvenuto proprio in questo lasso di tempo.
Nei giorni scorsi i militari convocano in caserma i famigliari e rispunta il video.
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