Se i medici di famiglia sono lasciati liberi dalle Asl di prescrivere le cure che ritengono più adatte, inclusi i farmaci di ultima generazione e spesso molto costosi, l'intero sistema sanitario può beneficiarne in maniera significativa. Solo per le malattie cardiovascolari, per esempio, uno studio condotto su 15mila pazienti ha calcolato un risparmio per il SSN vicino ai tre miliardi di euro l'anno, ottenuto grazie a una progressiva riduzione delle ospedalizzazioni. «Abbiamo capito che controllare la spesa farmaceutica non ha fatto diminuire quella sanitaria. È meglio ricorrere al farmaco giusto al momento giusto, senza condizionamenti», ha sottolineato Giacomo Milillo, segretario generale della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale.
Da qui è venuta l'idea di dare il via ad una serie di corsi nazionali per «educare» i camici bianchi a prescrivere le cure in maniera adeguata: due cicli si sono appena conclusi, mentre altri due sono partiti questa settimana, tutti forti della partecipazione di economisti e specialisti, oltre naturalmente a una fitta platea di medici di famiglia e funzionari delle Asl che si occupano della gestione dei farmaci.
Altri cento corsi, invece, si terranno in ottantotto aziende sanitarie sparse sul territorio, per diffondere il più possibile la filosofia dell'«appropriatezza terapeutica».
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