Per risparmiare la Regione fa la farmacista

Antonella Aldrighetti

La regione taglia, rendendo la vita più difficile agli ammalati. Il governatore Piero Marrazzo e l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia hanno presentato ieri le miisure da noi anticipate circa un mese fa con le quali la Pisana conta di risparmiare in un anno circa 70 milioni di euro, pari al 4,4 per cento della spesa sanitaria lorda. Il tutto grazie alla rivoluzione nella distribuzione dei farmaci in assistenza integrativa, che noi avevamo ribattezzato la «guerra delle farmacie».
La rivoluzione copernicana sarà questa: per alcuni farmaci la distribuzione sarà «in nome e per conto», nel senso che la regione acquisterà, mediante una Asl capofila, i farmaci direttamente dal produttore, distribuendoli poi nelle normali farmacie. Ma a sollevare perplessità è un altro gruppo di farmaci, per i quali scatterà la distribuzione diretta nelle Asl: si tratta di farmaci per la cura delle anemie, un ormone della crescita, farmaci per la cura del sovraccarico di ferro nei tessuti, per la fibrosi cistica, fattori della coagulazione, un farmaco usato nella iperfosfatemia e uno antivirale. Insomma, farmaci particolarmente importanti e che servono a una parte della popolazione particolarmente debole.
Ed è questo il vero tallone d’Achille del provvedimento. Per consentire la distribuzione diretta da parte delle Asl, infatti, manca un numero sufficiente di farmacisti, magazzinieri e dirigenti per offrire. Non solo: le farmacie ospedaliere e delle Asl sono poche, spesso distanti da alcune zone cittadine e sono aperte solo 12 ore alla settimana. C’è quindi il legittimo dubbio che a pagare il prezzo più caro di questo ennesima «sforbiciata» marrazziana, siano i pazienti. Che hanno già dovuto sopportare il tetto alle prescrizioni farmaceutiche, agli esami diagnostici e alle visite specialistiche, la razionalizzazione dei ricoveri e la rimodulazione del day hospital in favore dei trattamenti ambulatoriali.
Perplessità che non sembrano toccare i supremi amministratori della «cosa sanitaria». Che ieri hanno decantato tutti i benefici del progetto, che dovrebbe partire tra un mese e fare un «tagliando» tra sei mesi. «Nella sanità - ha chiosato Marrazzo - non vogliamo più avere la maglia nera ma quella rosa». Mentre l’assessore ds ha sostenuto che «l’accordo consentirà di mantenere l’assistenza farmaceutica su dei livelli essenziali, garantendo ai cittadini cure appropriate, sicure ed efficaci sfruttando la capillarità delle farmacie sul territorio e la professionalità dei farmacisti».
Ma l’opposizione non si fa incantare: il nuovo provvedimento ulivista sembra nascere giù con il fiato corto. «È una ipotesi confusa e fumosa che, per la durata limitata, rischia di rivelarsi l’ennesima trovata elettorale: una cosa appare certa - sostiene Stefano de Lillo (Forza Italia) vicepresidente della commissione Sanità -. La distribuzione dei farmaci provocherà problemi burocratici incredibili ai cittadini nel procurarsi i prodotti di cui hanno bisogno. Problemi ancor più odiosi se si considera che riguardano patologie gravi, sulla cura delle quali sembra di pessimo gusto cercare di operare un risparmio».
Ma c’è anche un altro dubbio che aleggia nell’aria e che è alimentato dalle voci di «radio Pisana»: che cioè le misure sul contenimento di spesa possano coincidere con un valzer di poltrone.

Nel caso dell’assessorato alla Sanità già da qualche giorno si parla di «cambio» di manico, mentre ancora ieri Marrazzo cercava di smentire, ammettendo però nei fatti. Che cos’altro vorrebbe dire parlare di «naturali e fisiologici cambiamenti dovuti ai risultati delle elezioni politiche»?

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