Rispunta il Milan

Nel Milan con il modulo d’attacco alla brasiliana, per la prima volta il protagonista è un difensore. Brasiliano. In novanta minuti riesce a segnare gol e autogol, cosa che - lui stesso confessa - non gli era mai capitata in carriera. «E meno male che è arrivata prima la rete nella porta giusta...», sorride sornione Thiago Emiliano da Silva in un italiano sempre più impeccabile. Il 25enne calciatore di Rio de Janeiro sta per compiere il primo anno da milanista: nel dicembre 2008, dopo alcuni contatti con diverse squadre europee (come il Villarreal che aveva già trovato un’intesa di massima con il Fluminense), approda al Milan per 10 milioni di euro e con un quadriennale da 2,5, ma il tesseramento arriva solo a gennaio 2009 per la mancanza di posti per gli extracomunitari. Tanti allenamenti a Milanello fino al debutto in A all’inizio di questa stagione a Siena. Nel grigio pomeriggio dell’Olimpico il suo ottavo risultato utile consecutivo del Milan porta soprattutto la sua firma, con il suo primo gol in serie A. «Che ha aiutato la squadra a conquistare i tre punti, questa é la cosa più importante», precisa Thiago Silva.
A Roma Leonardo ha proposto ancora il poker delle meraviglie, varato venti giorni fa in Champions a Madrid. Da allora - tranne la trasferta di Verona - conferma al modulo ispirato al Brasile ’82 di Telé Santana prima con un 4-3-3, poi (come ieri) con un 4-2-3-1. E il Milan ha agganciato il podio del campionato: sette risultati utili consecutivi, quattro successi nelle ultime cinque partite. «Il Milan gioca in maniera diversa in A, sembra il Barcellona», si lascia scappare Ronaldinho. Che ieri con il quinto assist in campionato ha mandato in gol Pato, consolatosi per quel gol ingiustamente tolto in Champions. Ma ad aprire le danze è stato Thiago Silva: pennellata di Pirlo su punizione, lui solo soletto di testa ad appoggiare in rete. «È un’azione che proviamo spesso in allenamento e una rete così l’avevo segnata in precampionato al Galaxy», racconta Thiago Silva. Era il 20 luglio 2009, quello era il primo gol siglato dal difensore ex Fluminense con la maglia rossonera.
Ma non era un gol ufficiale, quello era arrivato al Bernabeu nella serata di gala con il Real. Inspiegabilmente l’arbitro belga De Bleeckere lo aveva annullato, con grande rammarico del difensore. Che però ha dovuto attendere meno di tre settimane per rifarsi. Peccato solo per quella sciagurata deviazione che stava per guastare tutto: il tiro di Zarate «sporcato» da Oddo viene toccato dal difensore brasiliano che mette fuori causa Dida. «Una cosa del genere non mi era mai capitata, nemmeno a livello giovanile: gol e autogol in pochi minuti», confessa prima dell’inevitabile dedica: «Non può che essere per mio figlio Izago che giovedì compirà un anno».
Merito suo se ora il Milan comincia a sognare un po’. «La parola scudetto circola nello spogliatoio, è una parola che è sempre esistita nel Dna di questo club, ci proveremo anche quest’anno, ma la strada è quella dell’umiltà e della disponibilità», si sbilancia un rauco Leonardo, come gli capita spesso dopo una partita. Non l’amministratore delegato Adriano Galliani, secondo il quale anche solo pronunciarla «porta male, intanto dobbiamo arrivare nei primi tre, poi si vedrà».
Ecco l’effetto di un primo gol in Italia: il colpo di testa ravvicinato di Thiago Silva riaccende il fuoco del diavolo, sopito in un inizio di stagione alquanto problematico. «Scudetto? Io penso solo alla felicità di questo momento - sottolinea il calciatore brasiliano cresciuto come ala destra e poi convertito ai tempi della Juventude (2003-2004) in centrale difensivo - sto lavorando e giocando bene. La squadra sta facendo ottime cose e questo è importante. Speriamo di continuare con questo passo».
Leonardo, e non è la prima volta, si spertica in elogi del difensore: «Per me non è una sorpresa, me lo aspettavo così forte - dice l’allenatore del Milan -. E con Nesta al suo fianco é cresciuto ancora di più».

Thiago Silva piega gli occhi in basso, quasi arrossendo e ringrazia per i complimenti, rilanciando: «Alessandro è un giocatore eccezionale, trasmette tranquillità, personalità, insomma è un fuoriclasse, da lui c’è solo da imparare». Già, anche come fare gol, perchè Nesta a Verona ne fece due decisivi per la rimonta. Il Milan non é solo l’attacco spaziale.

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