Rispunta la vecchia stazione Centrale costruita nel 1864

Il sovrintendente: «Costruzione imponente ed originale. Ne salveremo una parte»

Ferdinando Maffioli

In questo epilogo d’anno la Milano ambiziosa di futuro si diverte a far riaffiorare i segni del suo blasonato archivio sotterraneo. Come una nobildonna, la città ambrosiana mostra alcuni frammenti di un insolito «album di famiglia», quasi volesse far convergere i grandi progetti in cantiere con punti focali della sua storia passata, più o meno recente. Durante gli scavi per il parcheggio interrato alla Darsena sono riemerse alcune parti - ben conservate - di una chiusa che, secondo gli esperti, si ritrova nei disegni di Leonardo. Nell’area della stazione delle ex-Varesine, dove sorgerà la Città della moda, i lavori di sbancatura hanno fatto ritrovare, all’angolo tra via Galilei e viale della Liberazione, una poderosa struttura semicircolare che ha subito innescato una reazione a catena di punti interrogativi.
Le prime risposte arrivano dal professor Francesco Ogliari, docente allo Iulm e autore di innumerevoli testi sui trasporti e sulle ferrovie: «Quella era l’area della vecchia Stazione Centrale, inaugurata il 10 maggio 1864 da re Vittorio Emanuele II. Era una stazione “passante“ e non di testa, come sarà poi la nuova, in piazza Duca d’Aosta, operativa dal 1931. Subito dopo la vecchia stazione fu demolita, liberando l’area dell’attuale piazza della Repubblica, ma si decise di lasciarne operativo un tratto, quello verso Varese e Porto Ceresio».
Per quali ragioni?
«Perchè su questa linea, ai primi del Novecento, era stata sperimentata l’alimentazione elettrica col terzo binario, un po’come la linea uno del metrò, dove un pattino strisciante dei locomotori captava la corrente».
Una innovazione, per l’epoca.
«Certo, ma pericolosissima con quella terza rotaia scoperta e sempre in tensione. Considerato anche che la linea attraversava paesi per oltre 60 chilometri».
Perché non fu chiusa con l’apertura della nuova Centrale?
«Nel frattempo si era affermata l’alimentazione aerea trifase e allora non si volle “inquinare“ la nuova Stazione con il “residuato“ della terza rotaia, e con i consueguenti pericoli».
Quindi da una «costola» della vecchia Centrale, demolita, nacquero le «Varesine».
«Certo. E rimasero in funzione fino al 1964. Oltre sessant’anni di terza rotaia nata in modo “sperimentale“».
La struttura riemersa ora faceva parte dunque della stazione del 1864?
«Su questo non ci sono dubbi. Difficile però, al momento, stabilire cosa fosse. Forse potrebbero essere i resti di magazzini o di cantine, che ospitavano materiali di servizio o di costruzione. Ma è solo un’ipotesi».
Sul problema è ovviamente intervenuta anche la Sovrintendenza ai Beni architettonici: «Per ora stiamo studiando la possibilità di salvarne delle parti - risponde l’architetto Libero Corrieri, responsabile dell’area milanese - E so che anche l’impresa, la società concessionaria per la costruzione, si è detta, seppur a voce, disponibile».
Quel robusto cerchio di mattoni potrebbe aver ospitato una piattaforma rotante, un’officina-deposito per locomotive?
«Sembrerebbe, non posso assicurarlo. Ma la cosa importante, più che la vecchia funzione, è l’imponenza della struttura, ancor’oggi di notevole solidità e complessità».
Un materiale particolare?
«Soprattutto la tecnica costruttiva. Le arcate sono in mattoni ma la parte di riempimento è stata realizzata in modo inconsueto, originale».


Darsena ed Ex-Varesine, il doppio fronte del 2005.
«Al Ticinese sarà certamente una battaglia di maggior respiro e lì potrebbe nascere un piccolo museo all’aperto dei Navigli. Qui cercheremo di salvarne una parte ma ora non so dire né il quanto né il come».

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