Rissa a sinistra, l’unica «zona rossa» è paralizzata

SPACCATI La presidente censurata con i voti di Idv e comunisti: in una seduta sono intervenuti i vigili

Rissa a sinistra, l’unica «zona rossa» è paralizzata

L’unica «zona rossa» della città si sta inabissando in un mare di polemiche e ripicche. Una guerra interna alla sinistra paralizza da mesi il Consiglio di zona 9, bloccando ogni decisione su questioni di grande importanza per i cittadini. Soprattutto su quei progetti urbanistici che interessano il quartiere e richiedono il parere della circoscrizione.
Ma è proprio sull’urbanistica che si è spaccato il centrosinistra locale, l’unico vittorioso in città tre anni fa. La «verifica politica» va avanti da 10 mesi senza approdare ad alcun risultato. E a maggio il presidente, Beatrice Uguccioni del Pd ha destituito il suo vice, Gianfranco Tucci, di Rifondazione comunista. Da quel momento la maggioranza di fatto non è più esistita. I consiglieri fedeli alla presidente sono 18: democratici, verdi e un socialista. Sedici sono i consiglieri del centrodestra fra Pdl, Lega, un udc e indipendenti. Sei i consiglieri «ribelli» della sinistra.
I consigli vanno avanti con enormi difficoltà: sedute notturne, seconde e terze convocazioni per abbassare il numero legale, decine e decine di punti all’ordine del giorno regolarmente inevasi. La ex maggioranza è troppo impegnata a discutere al suo interno, nella più classica tradizione della sinistra. Solo che qui non si tratta di guerra e pace, Stato o mercato, diritti civili o bioetica. Più concretamente si tratterebbe di illuminazione pubblica, fognature, manutenzioni, progetti di riqualificazione urbana. «Per esempio - sintetizza Roberto Rocca, del Pdl - c’è il problema dello scalo Farini, quello della Bovisa. Ci sono le occupazioni di viale Sarca e le questioni di Niguarda. Invece passa tutto in secondo piano. Spesso i pareri passano per silenzio-assenso. Io credo che se il centrosinistra non ha più i numeri per amministrare in modo decente dovrebbe prenderne atto e andare verso una fine decorosa di questa esperienza».
Una delle ultime sedute è stata in gran parte assorbita dalla discussione su una mozione di censura verso la presidente. Una mozione - alla fine approvata - che invita la Uguccioni ad attenersi ad una condotta più lineare improntata «alla massima sobrietà», «perché non abbiano a ripetersi» gli «sgradevoli episodi che gettando discredito sulle istituzioni allontanano i cittadini».

A cosa fa riferimento la mozione? Per esempio al Consiglio dell’11 giugno scorso, quando «dopo aver permesso che si scatenassero in aula provocatorie e strumentali tensioni (...) è arrivata alla farsa di far accedere le forze dell’ordine armate in un’aula istituzionale».

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