La Banca popolare di Sondrio nei giorni scorsi ha aperto la stagione dei risultati 2009 diffondendo numeri sfavillanti: utile netto quintuplicato, dividendo decuplicato. Ma sono cresciuti anche raccolta e impieghi, dimostrando la rinnovata vitalità dellattività bancaria.
È statisticamente più facile registrare ampi progressi quando ci si confronta con un anno di crisi. Ma il modello «popolare» si presta ad alcune considerazioni di fondo. Perché è riferito a istituti legati al proprio territorio, dove fare «industria bancaria», e cioè intermediare denaro, è più facile, grazie alla diretta conoscenza di imprese e famiglie; nei quali poi il grado di affezione è molto elevato, lazionariato diffuso e stabile. E dove il socio - cassettista e non speculatore - è egli stesso cliente, protagonista di un circolo virtuoso in cui partecipa allattività creditizia, di cui beneficia anche nella fase finale, quando la banca distribuisce gli utili. È la forza della forma «cooperativa», dove il voto capitario (per testa e non per quota) si è sempre rivelato una specie di democrazia finanziaria, valorizzatore di un organo come lassemblea, che nelle spa ha un ruolo di semplice ratifica. Questi elementi - di nuovo al centro del dibattito dopo che il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni ha richiamato lesigenza di nuove governance - sono talmente collaudati e radicati, che di una profonda riforma delle popolari si parla da almeno trentanni. I numeri: le banche popolari in Italia sono in tutto 102. Hanno 9.500 sportelli, il 28% della rete distributiva, e nellultimo anno hanno aumentato la loro presenza dello 0,5%. I soci nel 2009 sono saliti a 1,16 milioni: dieci anni fa erano 920mila. Negli ultimi due anni - quando la crisi si è fatta più acuta - le popolari hanno goduto di un effetto fiducia che ha portato a una crescita di circa 500mila correntisti: le famiglie che hanno un rapporto economico con una popolare sono stabilmente oltre 10 milioni. Malgrado la crisi economica, nel 2009 la crescita media degli impieghi e della provvista è stata rispettivamente del 5% e del 10,7%.
Uno dei fattori più decantati è il rapporto con le piccole e medie imprese che rappresentano il 95% della clientela del sistema e il 70% del credito concesso alle imprese. La quota di mercato delle banche popolari negli impieghi erogati alle Pmi è cresciuta in due anni dal 23% al 26%. E nel corso del 2009 i nuovi prestiti erogati alle piccole e medie imprese da parte delle banche popolari sono stati oltre 35miliardi di euro, un dato in linea con gli anni che hanno preceduto la crisi economica.
Tra la metà e la fine di marzo saranno diffusi i dati dei singoli istituti: lattesa, specie dopo lesordio della Sondrio, è molto viva. Alcuni tra i gruppi più importanti e dinamici hanno già offerto delle anticipazioni. Il Banco Popolare - quarto gruppo bancario in Italia per sportelli dopo Intesa, Unicredit e Mps, quinto per attivo - è forse quello che annuncerà i risultati più vistosi, perché dai 300 milioni di perdite del 2008 dovrebbe attestarsi a 200 milioni di utili nel 2009. Due anni fa i conti erano andati a picco soprattutto a causa di Italease; lo scorso anno sono riemersi grazie alla cura extrastrong di Pierfrancesco Saviotti, che non a caso è un banchiere di vecchia scuola. Per rafforzarsi il gruppo veronese ha approvato un bond convertibile da un miliardo, dopo aver fatto ricorso a 1,4 miliardi di Tremonti bond. Previsto il ritorno al dividendo.
Anche la Banca Popolare di Milano (che negli ultimi 12 mesi ha incrementato il numero dei soci da 47mila a 53mila), ha emesso Tremonti bond per 500 milioni, più un convertibile da 410. Nel piano industriale al 2012 il «radicamento territoriale e la relazione con la clientela» sono lesplicito vantaggio competitivo che viene considerato il presupposto a qualunque linea guida.
Ubi Banca, 90mila soci, altro grande gruppo che nelle classifiche si contende il quarto e quinto posto con Banco Popolare, solleverà il sipario sui propri dati il 19 marzo: non ha fatto ricorso nè ad aumenti di capitale né alle obbligazioni del Tesoro, ed esibisce lindice patrimoniale Core tire one a un livello del 7,5%. La Popolare di Vicenza - il gruppo presieduto da 14 anni da Gianni Zonin - anticipa i risultati (che saranno resi noti a metà marzo) con due dati: nel 2009 gli impieghi sono aumentati del 9%, la raccolta del 10%.
Il risveglio delle Popolari: così le coop del credito arginano la grande crisi
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.