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"Ritiriamo l'esercito dal Libano A casa per difendere i confini"

Calderoli: "Siamo lì dal 2006, siamo inspiegabilmente il contingente più  numeroso e ancora oggi non capisco che cosa siamo lì a fare". La replica di La Russa: "Già prevista una riduzione". La ricetta della Lega per affrontare il problema immigrazione: "Aiutiamoli a casa loro, svuotiamo la vasca e chiudiamo un rubinetto che, purtroppo, ancora sgocciola". Ultimatum del premier: "Se l'Europa non esiste dividiamoci". Bruxelles ribadisce che i flussi migratori sono un problema comune. Frattini: "E' una questione soprattutto politica. Le nostre leggi vanno rispettate"

"Ritiriamo l'esercito dal Libano 
A casa per difendere i confini"

Spostare l'esercito - e i costi che comporta - dalle missioni internazionali all'interno dei confini nazionali. E' questa la ricetta della Lega per affrontare il problema immigrazione. A spiegarla è il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli: "Occorrono mezzi e risorse e proprio per reperirli proporrò, al prossimo Consiglio dei Ministri, il ritiro delle nostre truppe dal Libano. Siamo lì dal 2006, siamo inspiegabilmente il contingente più  numeroso e ancora oggi non capisco che cosa siamo lì a fare. A casa e subito dal Libano: pensiamo a difendere i nostri confini prima che sia troppo tardi".

La ricetta della Lega Nord Il ministro ha anche sintetizzato in tre punti la posizione del suo partito sul problema immigrazione conseguente ai sovvertimenti in corso nel Paesi del Maghreb: "Aiutiamoli a casa loro, svuotiamo la vasca e chiudiamo un rubinetto che, purtroppo, ancora sgocciola".

La replica di La Russa Il ministero della Difesa ha risposto a Calderoli sostenendo che è già "prevista una dimunizione progressiva delle nostre truppe in Libano e in Kosovo, dove manteniamo il maggior numero di soldati rispetto alla Spagna, che ha il comando". Il ministro Ignazio La Russa spiega che il ministro della Semplificazione "ha esplicitato, anche se estremizzando, una tesi che ho già esposto in Consiglio dei ministri. E' corretto immaginare di portare i nostri uomini intorno alle mille unità, ed è quello che vogliamo fare, come ho dichiarato in Consiglio dei ministri". C’è però una precisazione che La Russa aggiunge a commento delle parole dell’esponente leghista: "Unifil è tutt’altro che inutile, perché rappresenta una grande opera di deterrenza, riconosciuta sia da hezbollah sia da israeliani. Ci saremmo aspettati passi avanti, nella normalizzazione dei rapporti, che non ci sono stati".

La missione in Libano La missione Unifil è nata con la Risoluzione 425 adottata in data 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell’invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978). Successive Risoluzioni hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata della missione. L’Italia partecipa alla missione internazionale con un contingente militare - autorizzati a partecipare, compresa la componente navale, 1.

780 militari - denominato in ambito nazionale Operazione "Leonte".

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