nostro inviato a Parma
È stato fissato per il 17 luglio, a Bologna, il processo con rito abbreviato nei confronti di Salvatore Raimondi e Pasquale Barbera, due degli imputati per il rapimento del piccolo Tommaso Onofri, sequestrato il 2 marzo 2006 a Casalbaroncolo (Parma) e ritrovato morto un mese dopo lungo l'argine del torrente Enza. I due dovranno rispondere di concorso in sequestro di persona e di morte per causa non voluta. La sorte processuale degli altri due, il muratore Mario Alessi e la sua convivente Antonella Conserva, sarà decisa invece oggi, nelle sue conclusioni, dal gup bolognese Rita Zaccariello. Non è escluso che la Conserva possa chiedere anch'essa l'abbreviato, mentre è quasi certo che Alessi comparirà in assise il 21 settembre a Parma.
«Raimondi è stato preciso come un computer, senza deviazioni rispetto a quanto ha sempre sostenuto», ha commentato il legale dell'ex boxeur, Franco Cavalli. Circostanza importante, dal suo punto di vista, dato che l'incidente probatorio era stato chiesto dalla difesa di Raimondi - che ora spera in un consistente sconto di pena - proprio per «cristallizzare» le sue deposizioni, facendole così diventare prove immutabili per le future fasi processuali.
Dalla deposizione di Raimondi è emerso un episodio che aiuta a comprendere l'ambiente di balordi in cui è maturato il rapimento del povero Tommy. Alessi, Conserva e Raimondi si trovavano un giorno in auto per un sopralluogo alla futura prigione del bimbo. Alessi ricevette una telefonata e agli amici disse che si trattava di Paolo Onofri (papà di Tommy) che preoccupato si lamentava che dal caveau dellufficio postale di cui era direttore erano scomparsi dei valori bollati. «Vedi come siamo amici - si vantò allora Alessi con Raimondi -. Vedrai che quando si tratterà di consegnare il riscatto chiederà magari proprio a me di accompagnarlo».
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