Cultura e Spettacoli

Ritrovato il piano della guerra lampo del Belgio contro l'Olanda

Nel 1853 il futuro re Leopoldo II voleva attaccare i Paesi Bassi e aveva mandato spie nel regno vicino per avere informazioni sulle loro difese e sulle loro finanze. Ma per vie diplomatiche Napoleone III bloccò tutto e il progetto sfumò per sempre

Leopoldo II del Belgio voleva attaccare il regno d'Olanda. Tra il 1853 e il 1854 l'allora giovane principe, che sarebbe diventato poi uno dei più importanti e discussi sovrani della storia belga, aveva appena 19 anni ma le idee già chiare sul ruolo che il suo paese avrebbe dovuto avere nel mondo.
A scoprire l'esistenza del piano è stato il giornalista e storico fiammingo Kris Clerckx, intenzionato a scrivere una monografia sui viaggi di Leopoldo II (1835- 1909) in occasione dei 100 anni dalla morte. «I suoi diari giovanili sono un esempio delle sue ambizioni che si ritroveranno anche nel sovrano adulto - racconta Clerckx -, ambizioni troppo grandi per un paese piccolo come il Belgio».
L'uomo che diventerà l'artefice della politica coloniale belga in Africa, conquistando il Congo e facendone una sua proprietà personale dal 1885 al 1908 quando sarà formalmente trasformato in colonia, aveva intenzione di espandersi anche in Europa.
È il 1853 e il giovane Leopoldo mette gli occhi sui Paesi Bassi, Paese dal quale il Belgio si era separato nel 1830 diventando un regno indipendente. Durante quell'anno e quello successivo manda delle spie per valutare lo stato delle fortificazioni, dell'esercito e delle finanze del paese vicino. Nei documenti molto dettagliati ritrovati da Clerckx nell'archivio reale belga il suo piano è chiaro: un'operazione lampo della durata di pochi giorni, «in modo che la notizia dell'attacco e della resa dell'Olanda si diffondano contemporaneamente», spiega Clerckx.
I primi rapporti sembrano dargli ragione: l'armata belga ha 2.127 ufficiali contro i 1.397 degli olandesi, molti dei quali anziani. Nelle casse del ministero della Guerra di Bruxelles ci sono 34 milioni di franchi oro, contro i 29,6 dell'Aja, un terzo dei quali dedicato alla marina. E l'invasione belga procederebbe esclusivamente via terra. Solo uno dei generali di Leopoldo II manifesta delle perplessità, evidenziando la robustezza della cosiddetta linea d'acqua, il sistema di fortificazioni nel sud dell'Olanda e dunque vicino al confine col Belgio, e il patriottismo degli olandesi.
Fatto sta che per potersi muovere in Europa, soprattutto per uno stato così piccolo, serve un supporto internazionale. Leopoldo chiede al Principe di Chimay, ambasciatore in Francia, di iniziare a tastare il terreno con Napoleone III, uno degli arbitri della politica europea. E qui i piani di Leopoldo fanno i conti con la realtà degli equilibri internazionali. Per vie diplomatiche, Napoleone risponde picche e dell'invasione non se ne farà più nulla.

Resteranno solo le ambizioni del principe e poi re, e la storia così come la conosciamo.

Commenti