Quando Lorenzo Cola era finito in carcere, lestate scorsa, accusato di riciclaggio nellindagine che ruotava intorno a Gennaro Mokbel, il gigante Finmeccanica sembrava appena sfiorato dallinchiesta, per la parte relativa alla scalata degli arrestati alla Digint. Ora, il ciclone giudiziario nato dalle dichiarazioni di Cola, che era il braccio destro di Pier Francesco Guarguaglini, amministratore delegato di Finmeccanica, ha investito sia questultimo gruppo sia lEnav. Una dozzina di indagati, un presunto giro di tangenti e appalti e, per i pm, lombra di fondi neri destinati anche alla politica.
Secondo i magistrati della procura capitolina (ora al lavoro sulle tante carte sequestrate nelle perquisizioni di due giorni fa), sarebbero da chiarire i contorni di decine di appalti in importanti aeroporti del Sud (Napoli, Palermo e Lamezia Terme), sviluppato in un gioco di appalti e subappalti che vede protagonista la Selex, amministrata dalla moglie di Guarguaglini, Marina Grossi, tra gli indagati. Alla donna sono contestate «false fatturazioni per 10 milioni di euro al fine di consentire a Enav levasione di imposte dirette e indirette», oltre all«indicazione nella dichiarazione dei redditi di passivi fittizi».
Proprio Lorenzo Cola, con le sue dichiarazioni, avrebbe spiegato ai pm Paolo Ielo e Giancarlo Capaldo come funzionavano le presunte sovraffaturazioni, necessarie a creare i fondi neri destinati secondo la procura non solo ai manager dellEnav e di altre società coinvolte, ma anche a politici. La Selex della Grossi avrebbe ricevuto gli appalti dallEnav, senza ricorso a gare pubbliche, girandoli a sua volta, in subappalto, a sette società «satellite»: Arc Trade, Aicom, Auxilium Trade, Print System, Simav sistemi manutenzione avanzati, Renco e Techno Sky. Oltre alla Grossi e a Cola, tra gli indagati ci sono anche lad di Enav, Guido Pugliesi, il presidente dellEnte nazionale di assistenza al volo, Luigi Martini, il condirettore e il responsabile tecnico della Selex, Letizia Colucci e Manlio Fiore.
A evocare un ruolo anche della politica è stato Cola, che ai pm avrebbe dichiarato che il «consolidato» (risalente a prima che la moglie di Guarguaglini, Grossi, fosse nominata ad della Selex) meccanismo delle sovrafatturazioni, collegato al sistema di appalti e subappalti, «serviva per creare fondi neri dai quali si attingevano soldi per manager e politici». Ma nel registro degli indagati non cè alcun esponente politico, e nemmeno Cola avrebbe messo nero su bianco nomi e cognomi.
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