«Chi non terrorizza si ammala di terrore». Recita così, citando il «bombarolo» di Fabrizio De Andrè il delirante volantino firmato «Sorelle in armi - Nucleo Mauricio Morales/Fai» rivendicando lattentato esplosivo dellaltra notte alla Bocconi. «Abbiamo scelto di colpire dove meno ve lo aspettate», si legge nel testo giunto ieri alla redazione di «Libero». «Chiudere subito i centri didentificazione ed espulsione o inizierà a scorrere il sangue dei padroni». Un vocabolario da anni di piombo. «In una fredda notte di inverno il fragore di unesplosione illumina la parola solidarietà, che torna al suo giusto significato concretizzandosi nellattacco ad un avamposto del dominio, dove si formano i nuovi strumenti ed apparati del capitale, dove si affilano le armi che taglieranno la gola agli sfruttati». La rivendicazione prosegue. «Lindignazione morale per la costruzione di sempre nuovi campi di concentramento nel civilissimo occidente di inizio ventunesimo secolo, si trasforma in azione.
Non coltiviamo eroismi, con questa nostra prima azione condividiamo semplicemente i rischi che sorelle e fratelli migranti vivono quotidianamente sulla loro pelle. Che la paura cambi di segno, siano ricchi e potenti a tremare, noi a ballare». Infine, un appunto a mano «scatola metallo 4 viti 8 bulloni».La rivendicazione «Ricchi e padroni devono tremare»
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