La rivendicazione di Schifani

Il Senato ha approvato ieri il disegno di legge (289 voti favorevoli e un astenuto) che delega al governo «l’adozione di un codice di contrasto alla mafia». Il presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani, ne ha approfittato per intervenire nel delicato momento istituzionale e dei rapporti nella maggioranza rivendicando come «l’attività del Parlamento e il numero di provvedimenti approvati in questi due anni dimostri come la questione della legalità è patrimonio di tutti gli uomini che stanno in politica e non è esclusiva di nessuno». L’approvazione immediata, su invito dello stesso presidente del Senato Schifani, è la dimostrazione della sensibilità della maggioranza sul tema della lotta alla criminalità organizzata. In mattinata però il finiano Fabio Granata aveva rilasciato l’ennesima provocazione in mattinata («Pericolo inflitrati tra gli eletti, serve un codice etico»).

Frasi che fanno il palio con alcune dichiarazioni dello stesso vicepresidente della Commissione antimafia sul pentito Gaspare Spatuzza, le stragi del ’92-93 e i sospetti sulla nascita di Forza Italia. Non è un caso se il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo l’approvazione del disegno di legge, abbia parlato di «vittoria dell’antimafia dei fatti portata avanti da inizio legislatura dal governo».

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