Sette anni dopo lentrata in vigore delleuro la Banca dItalia ha reso noto che vi sarebbero ancora in circolazione 2,668 miliardi di lire, pari a oltre 312 milioni di «pezzi». Un puzzle che vale molto, i cui tasselli sono sparpagliati un po ovunque. Nelle tasche di un vecchio pantalone lasciato ad ammuffire nellarmadio, chiusi in qualche cassetto insieme a un sogno da avverare, prigionieri di un salvadanaio che per un misterioso motivo è restato illeso tutto questo tempo. Oppure sui banchi di Porta Portese, tra oggetti dantiquariato e usato di seconda mano, trattati come una merce rara e venduti a peso doro. Eccolo qui, in bella mostra, un pezzo dItalia grande così al quale nonostante tutto la gente sembra proprio non voler rinunciare. Una fetta di passato rimasta incredibilmente intonsa che oggi fa gola a molti, non solo ai collezionisti.
«I proprietari dei bar vengono da me a comprare le vecchie banconote per poi incorniciarle vicino alla cassa», racconta Sandro a Porta Portese. Una moda dal sapore nostalgico che, a giudicare dal numero di clienti in attesa di essere serviti, deve rendere piuttosto bene. La liretta. Erano in molti a pensarla così una volta, forse per riverenza nei confronti del dollaro o di qualche altra valuta pregiata di allora. Ma adesso le cose stanno diversamente. Chi allepoca era solito usare il poco rispettoso nomignolo ora sarà costretto a ricredersi. Da quando sono diventate una specie a rischio di estinzione le banconote di un tempo hanno visto il loro valore crescere con una velocità sorprendente. Oggi a Porta Portese il biglietto da mille con impresso il volto della Montessori costa ben 2 euro, quello da duemila con la faccia di Guglielmo Marconi viene 6, mentre per accaparrasi le diecimila di Alessandro Volta ne servono otto. Mica male, se consideriamo che una moneta da 1 euro equivale ufficialmente a 1936,27 lire.
«Stamattina ho venduto a un turista un biglietto da cinquanta mila col Bernini a 45 euro», si lecca i baffi Giuseppe. La scorsa settimana invece ne ha piazzato uno da 100 a 85 euro. I «pezzi» più ricercati però sono altri. Le cinquemila lire di Colombo, le ventimila con Tiziano, le cinquantamila di Leonardo, tanto per incominciare. «Quelle sì che costano care», fa Sandro con una smorfia. A Porta Portese sono in tanti a soffermarsi davanti a questi pezzi di carta che parlano di un periodo andato. Del Paese che fu. Riportandoci alla mente da dove veniamo e comeravamo. Stranieri a caccia di souvenir, collezionisti in cerca di esemplari unici, gente comune in balia dei ricordi. Dalla signora Livia, settantanni e spiccioli, che quei biglietti se li ricorda bene e a casa ne ha ancora «un mucchio», fino a Lorenzo, sei anni il mese prossimo, che tira il padre per la manica e gli chiede a cosa servono.
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