La rivoluzione ungherese al cinema, nel segno di Indro Montanelli

Parte il 23 settembre allo Spazio Oberdan la sesta edizione di Cinema&Giornalismo. Ad aprire il ciclo di incontri cinematografici sarà l'unica pellicola diretta da uno dei più grandi giornalisti italiani, Montanelli: il film che racconta la rivoluzione del 1956

La rivoluzione ungherese al cinema,  
nel segno di Indro Montanelli

Milano - Un tuffo indietro nel tempo. Per l'esattezza un ritorno al passato, a 51 anni fa. Nella notte tra il 3 e il 4 novembre 1956, quando cinque giornalisti italiani aspettavano la fine delle trattative tra i sovietici e gli insorti ungheresi guidati da Maleter. "I sogni muoiono all'alba", unica pellicola diretta da Indro Montanelli nel 1961, aprirà sesta edizione di Cinema&Giornalismo.

La manifestazione E non poteva che essere il ricordo di Montanelli, di uno dei più grandi giornalisti italiani, a essere proiettato per primo in un ciclo di film dedicati alla professione giornalistica. L'appuntamento è allo Spazio Oberdan, il 23 e il 30 settembre e il 7 e 14 ottobre, alle ore 11, si affronterà il rapporto tra grande schermo e giornalismo attraverso alcuni dei più famosi film sul tema. Ogni lungometraggio sarà preceduto dalla proiezione di un cinegiornale d'epoca, tratto dagli archivi della Fondazione cineteca italiana, che insieme al Gruppo Cronisti Italiani, alla Provincia di Milano e alla Fondazione Cariplo è uno degli enti promotori dell'iniziativa.

La critica a Montanelli I critici non accolsero molto bene l'incursione di Montanelli dietro la macchina da presa, ma al di là della riuscita artistica o meno del film resta il suo valore di documento in gran parte autobiografico girato ad appena cinque anni di distanza dalla conclusione tragica dei fatti di cui narra, la Rivoluzione ungherese del 1956.

Da Oliver Stone ad Al Gore Ma non ci saranno soltanto filmati storici.

Tra i film cult in programma quest'anno ci sono anche pellicole più giovani: "Salvador" di Oliver Stone, "Scoop" di Woody Allen, "Una scomoda verità" di Al Gore, l'ex vice presidente americano ormai dedicatosi anima e corpo alla lotta contro l'emergenza clima.

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