Roberta Balsamo s’ispira agli animali per borse couture

Roberta Balsamo è un’allodola, cioè una persona che si sveglia molto presto alla mattina. Essendo una signora del jet set internazionale (è la vedova dell’editore e businessman Saro Balsamo, marchese di San Felice) ha un’intensa vita mondana. Dieci anni fa dovendo andare a una cena di gala alle otto di sera, ha deciso di preparare per tempo la sua mise. «Alle sei del mattino avevo scelto tutto tranne la borsa - racconta - volevo una cosa molto speciale. Alle otto ho capito che un oggetto del genere non era in vendita e a mezzogiorno avevo già trovato chi l’avrebbe prodotto per me».
Nasce così una piccola e preziosa collezione di pezzi unici: sempre a secchiello e con manico in metallo scolpito a forma di animali portafortuna tipo scimmie, elefanti e ranocchi. «All’inizio le facevo solo per me, utilizzando tutto quel che trovavo in giro per il mondo: un tessuto comprato a Pechino, il braccialetto d’argento scovato a Katmandù, un’antica collana turcomanna proveniente dal bazar di Istanbul». Le amiche han cominciato a tormentarla con richieste d’ogni tipo, poi sono arrivate le vere clienti: una folla di signore estremamente chic che non han bisogno delle borsette prodotte in serie dalle grandi firme per sentirsi qualcuno.

Adesso Roberta Balsamo ha appena presentato al Ritz di Parigi una collezione di borse dipinte a mano e realizzate da un produttore-gentiluomo: Sergio Lin, industriale bolognese di origini cinesi, un vero drago nel suo campo.

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