«Spero che l'uomo che mi ha lanciato quella banana non metta mai più piede in uno stadio». 
 Roberto Carlos ne ha abbastanza di subire e forse smetterà di giocare. Difficile per il  difensore brasiliano metabolizzare l'amarezza di quel gesto razzista che, mercoledì sera, l'ha  visto incolpevole vittima nei minuti finali di una partita a Samara (Russia, regione del Volga)  tra la sua squadra, l'Anzhi Makhachkala, e la formazione locale.
 E non per la prima volta. Nel marzo scorso un sedicente tifoso, a San Pietroburgo, gli aveva  agitato davanti alla faccia lo stesso frutto, prima dell'inizio della partita tra il Makhachkala  e lo Zenit, allenato da Luciano Spalletti.
 Roberto Carlos - 38 anni, ex di Inter e Real Madrid - ha lasciato il campo visibilmente  sconvolto, andandosi a sedere in panchina, il volto coperto da un asciugano per nascondere le  lacrime di rabbia e frustrazione. Un dolore profondo, che gli ha tolto la voglia di continuare a  fare il suo mestiere, come ha confessato al quotidiano Sport Express: «Sono indignato dal  comportamento di questo personaggio, che non ha offeso solo me, ma tutti quelli che erano in  campo. Mi ha tolto la voglia di giocare. Spero che la Federcalcio russa, la Uefa e la Fifa  valutino con la giusta severità quello che è successo. Gesti del genere, nei Paesi civili, non  vengono tollerati. Non è stato un atto d'impulso ma consapevole e premeditato - ha sottolineato  il brasiliano -. Sono uscito perchè fosse data la giusta attenzione a quello che è successo e  perchè siano prese le misure necessarie: i tifosi devono andare allo stadio per divertirsi, ma  rispettando i giocatori».
 Sergei Fursenko, presidente della Federcalcio russa, ha promesso la mano pesante: «Risolveremo  questo problema e puniremo severamente i colpevoli, dobbiamo lottare contro il razzismo con  azioni decise». Il club di Samara ha presentato le sue scuse, promettendo di «fare tutto il  possibile per trovare e punire il mascalzone che ha insultato questo calciatore meraviglioso e  rispettato». La polizia ha peraltro giudicato improbabile che l'autore del gesto possa essere  perseguito. «Cerchiamo di identificarlo, spinti dall'indignazione della società, ma nessuna  responsabilità legale è contemplata per lancio di banane o altri oggetti sul terreno», ha  ammesso un portavoce.
 L'episodio ricorda quanto accaduto a Mario Balotelli, però fuori dal campo. Nel giugno 2009 l'ex  interista si trovava a Roma, zona Ponte Milvio, quando fu contestato da un gruppo di tifosi  della Roma: sfottò e cori, conditi dal lancio di due banane.
Roberto Carlos subisce un vergognoso gesto razzista
L'episodio durante un incontro di campinato russo: «Spero che l'uomo che mi ha lanciato quella banana non metta mai più piede in uno stadio».
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