Roberto Vecchioni inaugura questa sera, nell'aula Carlo De Carli del Politecnico di Milano Bovisa, ore 21.30, la terza edizione de «Il ritmo della città», rassegna che porterà musicisti di fama internazionale alla scoperta dei luoghi periferici o comunque lontani dalle luci della ribalta, fino al 30 di luglio. Il cantautore, milanese doc («Amo molto questa città», sottolinea) apprezzato trasversalmente da un pubblico che ormai «prende» un paio di generazioni, eseguirà alcuni tra i moltissimi brani del suo repertorio. Ma si proporrà anche in una veste inedita di stampo jazzistico: «Sono un neofita del jazz - racconta -. Mi hanno pescato tre musicisti del calibro di Patrizio Fariselli (pianoforte e tastiere) e Paolino Dalla porta (contrabbasso), e mi hanno allenato per tre anni. Adesso qualcosa mastico». Insegnamento, musica, canzoni e ora anche jazz, il tutto non su un piano amatoriale, ma «impegnato». Così lartista spiega questa evoluzione: «Ho sempre avuto voglia di capire il mondo. Il bagaglio che mano a mano stavo sviluppando, poi, volevo condividerlo, trasmetterlo, e quindi insegnavo. Lo stesso con la musica, attraverso la quale esprimo il mio bisogno di comunicare. Certo, nel corso del tempo sono cambiate tante cose. Ora conosco bene generi diversi - continua Vecchioni -. La musica però, per me deve arrivare subito, qualsiasi genere sia: con gli anni ho capito che bisogna togliere il superfluo, semplificare. Nel pop ci sono troppi suoni, troppi rumori: invece per me la musica deve sempre essere un'emozione sottile, delicata».
Sempre diretto il rapporto del musicista con i giovani: «I ragazzi oggi sono spaventati e pluriaffettivi - spiega -. Ovvero sono deboli. Avrebbero bisogno di più limiti, di un confronto maggiore. E la musica ha un ruolo educativo molto importante, anche e soprattutto a scuola».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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