Il gruppo Bmw conta di chiudere il 2011 con 1,6 milioni di consegne e una crescita del 10% sul 2010, una previsione confermata dopo il positivo andamento dei primi nove mesi di questanno, chiusi con oltre 1,2 milioni di vetture vendute (tra Bmw, Mini e Rolls-Royce) e un incremento del 16%. «Cresciamo in ogni area geografica, anche in Europa, che in questo momento sembra viaggiare a due velocità, con Paesi in forte crescita, come la Germania, e altri dove la ripresa non è ancora cominciata, come lItalia e la Spagna», spiega al Giornale Ian Robertson, membro del board di Bmw Group con responsabilità nelle vendite e nel marketing. «I mercati in cui puntiamo a crescere di più sono il Brasile, dove costruiremo una nuova fabbrica, la Russia, lIndia, la Corea e la Turchia». Scompare, quindi, lacronimo Brics dalle strategie di espansione di Bmw, che annovera già la Cina come suo terzo mercato mondiale mentre in Sud Africa è sempre stata forte grazie allo stabilimento in loco, sostituito da Brikt, con la K a indicare la Corea e T la Turchia che, come sottolinea Robertson, «fanno parte di quei Paesi dove stiamo registrando gli aumenti più consistenti e che, sommati, valgono per noi quasi 100mila unità lanno, tante per un costruttore premium».
Ma il futuro dei «Premium Brand» potrebbe rivelarsi problematico se dovesse avere ragione Sergio Marchionne (Fiat-Chrysler), che ha riproposto di recente la sua visione di un mercato mondiale dove sopravvivranno soltanto cinque o sei gruppi da 5/6 milioni di auto l'anno. «È uno scenario che Marchionne ripropone ciclicamente - commenta Robertson - e io posso soltanto ricordare che Bmw Group continua a generare significativi profitti, investe massicciamente nello sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie davanguardia».
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