Giulia Rodano è, per il suo operare politico e per la sua storia familiare (suo padre Franco fondò il Movimento dei cattolici comunisti), uno dei politici della sinistra italiana più attenti al rapporto tra politica e fede. Il Giornale lha interpellata sulla presunta conversione di Gramsci in punto di morte, per capire come la notizia viene recepita nellambito della sinistra dichiaratamente cattolica.
La Rodano che vanta una lunga militanza prima nel Pci, poi nei Ds e ora nel Pd, ricopre il ruolo di assessore alla Cultura e allo spettacolo della Regione Lazio, si è detta tuttaltro che colpita dalle rivelazioni del vescovo Luigi De Magistris sullavvicinamento di Gramsci alla religione.
«Credo che di Gramsci conti quello che ha scritto, la sua opera è stata decisiva per lo sviluppo del movimento operaio. Anche se la conversione fosse vera, e io non ho gli strumenti per determinarlo, sarebbe solo un fatto privato. Anzi mi dà un po fastidio, da cattolica, che la conversione venga sbandierata. Le conversioni non si sbandierano».
Può apparire una risposta strana, data da una donna che per anni ha lavorato per avvicinare il mondo cattolico e il mondo comunista, ma sempre secondo la Rodano: «Il problema per me, e per chi ha come me ha questo tipo di storia politica, è quello di avvicinare un certo tipo di pensiero e di azione politica ad un altro tipo di pensiero e di azione politica.
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