Rogo al campo rom, patto contro l’intolleranza

La Milano della solidarietà respinge l’intolleranza. Tutti uniti, compatti contro quel rogo che ha mandato in fumo le tende del campo rom in quel di Opera. «Atto di un manipolo di esagitati, di facinorosi che strumentalizzano le inquietudini di una comunità» è il leit motiv del Comune di Milano e della Provincia di Milano che ieri hanno voluto incontrare i cittadini di Opera.
Presenza di Letizia Moratti e Filippo Penati con l’obiettivo di «rassicurare» la comunità di Opera, che gli ospiti rom «rispetteranno le regole della convivenza civile» e che «sarà garantita la sicurezza pure all’esterno del campo». Certezze messe nero su bianco, ricorda il prefetto Gian Valerio Lombardi, in quel protocollo che il comune di Opera ha sottoscritto, «testimonianza di una collaborazione che è estremamente importante». E, avverte Lombardi, si va avanti: «L’accordo provvisorio con il comune di Opera sarà rispettato finché non sarà pronta la sistemazione definitiva».
Sì, quella prevista sino al 31 marzo 2007 è una soluzione «transitoria» e, spiega il presidente della Provincia, è un «passaggio fondamentale» per le Istituzioni ambrosiane che «vogliono costruire un modello sicuro che garantisca sicurezza ai cittadini, rispetto per chi vive nei campi e per chi vive nella legalità»: passaggio che, continua Penati, prevede «due presidi sociali: quello della Caritas per l’assistenza ai bambini e quello di sicurezza che tuteli sia i nomadi che i cittadini».
Linea sottoscritta dal Comune di Milano che definisce «prioritaria» la collaborazione tra istituzioni per «aiutare e sostenere sempre le persone bisognose che vivono sul nostro territorio, al di là degli schieramenti politici»: «L’accordo siglato in Prefettura dalle istituzioni dà risposte concrete ai problemi sociali dell’immigrazione, coniugando concretamente legalità e solidarietà». Virgolettato del sindaco Moratti, che il sindaco di Opera, Alessandro Ramazzotti, completa: «Per quei settanta bisognosi in regola con i permessi di soggiorno, c’è un patto che noi intendiamo rispettare. E, è giusto ricordarlo, è un patto per il bene e per il dialogo».
Naturalmente, dicono all’unisono i rappresentanti delle istituzioni, «mentre dobbiamo tener aperto il dialogo con la comunità di Opera, dobbiamo perseguitare chi ha compiuto un gesto politico delinquente». Richiesta firmata anche dalla Lega Nord, «non appartiene alla nostra cultura» chiosa Mario Borghezio, che ipotizza nell’episodio del rogo il coinvolgimento di «disobbedienti».


E, intanto, Opera si prepara a festeggiare un Natale blindato: schieramento di forze dell’ordine a proteggere quel campo dove i rom saranno «transitoriamente» ospitati nel nome di quell’accoglienza che Milano non nega a nessuno.

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