Un rogo distrugge via Triboniano Moratti: «Pronta una task force»

Il sindaco sul luogo del disastro: «Cercheremo di firmare un patto coi capifamiglia dell’insediamento sulla sicurezza e la legalità»

(...) E, infatti, il sindaco Letizia Moratti ha immediatamente interrotto le vacanze per far visita, accompagnata dall’assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli, all’accampamento e chiedere al prefetto Gian Valerio Lombardi di convocare, già ieri mattina, il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Cinque ore di lavoro intenso a cui hanno partecipato anche il neo questore di Milano Vincenzo Indolfi e don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità. Alla fine, a tempo di record, la decisione che a tentar di risolvere il problema sarà una task force formata da personale del Comune, delle forze dell’ordine e del privato sociale. «In via Triboniano - la dura accusa di don Colmegna -, la situazione è complessa. Non è mai stata governata, anzi è stata abbandonata a se stessa per molti anni. Per fortuna l’altra sera non c’è stato il morto». Tutti d’accordo, dunque, sulla necessità di sfruttare l’occasione per ripristinare al più presto le condizioni igienico-sanitarie, ma anche il rispetto della legge. «Il nostro intervento - le parole della Moratti -, avverrà su due linee: quella della sicurezza e quella della legalità. Per questo cercheremo di firmare un patto con i capifamiglia del campo affinché si rispettino condizioni di qualità della vita consone alla dignità delle persone. Come, per esempio, l’obbligo di mandare i figli a scuola. E poi cercheremo di garantire la sicurezza sia all’interno del campo, sia ai cittadini residenti nella zona. C’è un patto di legalità che abbiamo sottoscritto in prefettura e siamo pronti a farlo rispettare, ma abbiamo bisogno di più forze dell’ordine, perché oggi a Milano non sono sufficienti». Don Colmegna, intanto, assicura la sua disponibilità, ma ricorda che «ci vogliono risorse, anche economiche», che «non basta un’azione volontaria episodica» e che «ci vuole una presenza molto competente e sociale perché via Triboniano non si trasformi in un problema di ordine pubblico». L’idea, ricorda, è di creare «piccoli campi». Ma dove? In diverse zone o nella stessa area? «No - si irrigidisce immediatamente -, in via Triboniano».
Al momento da affrontare c’è la prima emergenza, quella di chi nell’incendio ha perso tutto: «Abbiamo ordinato venticinque container - spiega il sindaco - che sono in arrivo. È una questione di giorni. Saranno sistemati in una parte nuova, quindi già bonificata». E, per quel che gli compete, il prefetto Lombardi assicura una presenza adeguata delle forze dell’ordine («Era già pianificato un potenziamento di organico, poi rinviato per l’emergenza di Opera»).

Affrontate le prime necessità, Palazzo Marino sembra intenzionato a passare alla seconda fase, confermando l’idea di suddividere il campo in strutture di dimensioni ridotte. «C’è la necessità di creare nuclei più piccoli - ribadisce la Moratti -, più gestibili e con facilità di accesso ai servizi sociali».

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