«Lemergenza rom» è costata al Comune di Milano circa 25 milioni di euro in dieci anni. Dal 1997 a oggi, infatti, Palazzo Marino ha speso più di 12 milioni solo per far fronte alle spese correnti: cioè la manutenzione dei nove campi regolari presenti sul suolo cittadino, investimenti a medio e lungo termine per progetti di integrazione sociale e culturale, pulizia delle «aree sosta» dei nomadi, i servizi scolastici e la sorveglianza delle forze dellordine spesso necessaria 24 ore su 24. Altri 9 milioni di euro sono stati destinati a interventi dettati dalle emergenze: come nel caso della costruzione di accampamenti in seguito a sgomberi di siti irregolari, messa in sicurezza delle aree di accoglienza, operazioni di bonifica. Lultima in ordine di tempo quella di via Triboniano, ormai da un decennio «sabbia mobile» per le casse cittadine. Per il più grande campo rom della città, arrivato a ospitare anche mille persone, già nel 2004 (con Guido Manca alla guida dellassessorato alla Sicurezza) era già stato stanziato un milione di euro, in vista dei successivi tre anni. Ma quei fondi non sono bastati ad arginare una situazione in perenne degrado. Dopo gli incendi accidentali di marzo scorso e di Capodanno, viene varato il progetto del «nuovo Triboniano», con la scomposizione in tre mini- campi che potranno contenere un totale di 580 persone, in «regolari» censiti al primo ottobre 2006. Cifra, si noti, ben lontana da quella massima individuata dalla Giunta precedente appena otto mesi fa, quando si parlò di garantire ospitalità a 290 individui. La difficoltà di controllare leffettivo accesso al campo dallesterno, i ricongiungimenti familiari, lingresso della Romania nellUnione europea e lalto tasso di natalità esistente tra i rom (264 i minori registrati dalla polizia locale) sono stati i fattori che hanno fatto raddoppiare le presenze in un periodo di tempo talmente limitato.
Ad ogni modo, nella riqualificazione in via Triboniano il Comune, la Provincia e la Protezione civile nazionale sono tornati a spendere, a seconda delle proprie competenze. Così lesborso finale potrebbe ora avvicinarsi ai 350mila euro, solo una stima tra costi di rimozione delle macerie a cura dellAmsa e in parte extra convenzione, allacciamenti di luce e gas, installazione dei container il cui costo medio può arrivare a 9mila euro. E nonostante questo non piacciono alle associazioni di terzo settore che si occupano del problema: «Linverno si sta al gelo e ci piove dentro».
Resta limpegno economico.
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