«Rom dimenticato, si indaghi»

È deceduto giovedì scorso dopo una breve degenza al Sant’Eugenio, Florin, 25 anni, rom di nazionalità romena, a causa di una malattia infettiva fulminante. Lo rendono noto Fabrizio Santori, capogruppo di Alleanza nazionale al Municipio XVI e Luciana De Benedictis, presidente del comitato di quartiere Vignaccia Aldobrandeschi.
«Nel frattempo - aggiungono Santori e De Benedictis - abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di accertare, per le rispettive competenze, tutte le eventuali responsabilità, commissive e omissive, connesse ai fatti denunciati poiché risulta pesante l’indifferenza della politica di fronte a problemi sociali di tale gravità e affinché venga tutelata la dignità degli esseri umani che nei campi rom viene quotidianamente calpestata. Attualmente - proseguono - la salma di Fiorello, così veniva soprannominato Florin nel quartiere Vignaccia dove ogni mattina lavorava come garzone nel chiosco di fiori, è deposta presso la camera mortuaria del Sant’Eugenio dove sono in corso gli esami autoptici che accerteranno le cause del decesso».
«Fiorello - spiegano - secondo di cinque figli, era stanziato abusivamente, insieme alla moglie e ai suoi due piccoli figli, all’interno del precario campo nomadi allestito con baracche e tende in via degli Aldobrandeschi dove, nonostante i continui esposti e le segnalazioni dei residenti, la situazione è andata fuori controllo soprattutto relativamente alla verifica delle condizioni igienico sanitarie dell’insediamento con la conseguente assenza dei servizi di assistenza sociale di competenza dell’amministrazione capitolina».
Florin, 25 anni compiuti a luglio, era arrivato a Roma circa cinque anni fa per cercare lavoro. L’aveva trovato in una acciaieria in via della Pisana e si era stabilito nel campo nomadi di via degli Aldobrandeschi. Sempre nella capitale aveva sposato sua moglie, che ha 21 anni, dalla quale ha avuto due figli: un maschio di 5 anni e una femmina di 3 anni e mezzo.
«Due mesi fa era andato in Romania perché il padre stava male - racconta il cognato Dan -. Era tornato a Roma alla fine di luglio. Martedì scorso, mentre giocava a calcio, si è sentito male: dolori alla testa, vomito e febbre alta. Ha preso un antidolorifico e lo abbiamo portato in ospedale».
«Florin - prosegue il cognato - è stato visitato prima al San Camillo, quindi mercoledì mattina è stato trasferito al Sant’Eugenio. Qui i medici mi hanno detto che aveva una grave infezione al sangue, un’epatite, che era in pericolo di vita e che avrebbero fatto di tutto per salvarlo - dice Dan -.

Giovedì alle 3 del mattino, però, mi hanno comunicato la sua morte per emorragia interna e arresto cardiaco».
Ora lui e i parenti di Florin stanno facendo una colletta per i funerali del giovane, la cui salma sarà trasferita domani in Romania.

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