Rom e imam con Pisapia. Ma lui si vergogna

Musulmani e rom. La linea del candidato sindaco della sinistra Giuliano Pisapia, in queste ultime ore, sembra dettata dall’esigenza del mimetismo. Nascondersi, nascondere il proprio retroterra politico ed elettorale. Nascondersi per prolungare ancora (ma di quanto?) l’equivoco di un candidato radicale (su diritti civili, immigrazione, ma anche su urbanistica e programmi amministrativi) capace di passare per riformista. Ieri è stata la giornata delle smentite. Pisapia prima ha parlato di fantomatici, possibili «infiltrati» (virgolettato nostro) nei panni di nomadi. Gruppi di persone travestite da zingari che disturbano i cittadini fingendosi suoi sostenitori. Questa la sorprendente denuncia di Pisapia, che ha parlato di una campagna organizzata contro di lui, annunciando un’azione legale. «Ho predisposto - ha detto dopo un incontro con le Acli - e presenterò domani (oggi, ndr) alla procura di Milano una denuncia-querela per tutta una serie di episodi di diffamazione, soprattutto di scorrettezza, che hanno rilevanza penale in campagna elettorale, che quotidianamente mi vengono segnalate. Indicherò chiaramente anche i testimoni di queste scorrettezze».

Quindi ha preso le distanze dall’appello dei «Musulmani per Pisapia», un gruppo di militanti di Sinistra, Ecologia e Libertà che per oggi ha convocato un corteo in suo sostegno, da piazza San Babila al Castello Sforzesco, passando - guarda caso - per piazza Duomo.

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