(...) la cifra ridicola di un milione di euro per fronteggiare la situazione. Siamo allelemosina. Un vero tradimento per i milanesi. Anzi, chiederò al prefetto che per la politica dei traslochi non sia usato un solo euro del milione che la Provincia ha versato nel Fondo per la Sicurezza. Non vogliamo avere in questo nessuna responsabilità». Conclusione: «Il commissario avrà le mani legate e non potrà far nientaltro che spostare da un luogo allaltro i campi nomadi, e senza le risorse per farlo. Direi che si tratta di un incarico parafulmine. Lombardi ha tutta la mia solidarietà» sentenzia Penati. Resta il fatto che, dal famigerato vertice in prefettura nel settembre 2006 alla presenza dellallora ministro dellInterno Giuliano Amato, il quale aveva messo nero su bianco lesistenza di una «emergenza rom e clandestini» a Milano, proprio da allora la città aspettava la nomina di un commissario capace di prendere decisioni vincolanti. Il conto alla rovescia lo aggiorna il vicesindaco Riccardo De Corato: «In 20 giorni il governo Berlusconi ha fatto ciò che Prodi non è riuscito a fare in 20 mesi. Il traditore semmai è Penati: gli ricordo che nel decreto del suo governo non cera nessuna di queste parole: sgomberi, allontanamenti, espulsioni». Plausi alla nomina dal governatore lombardo Roberto Formigoni: «È una decisione ottima, uno strumento giusto e innovativo anche dal punto di vista tecnico. Con il prefetto ci sarà massima collaborazione».
Questi, nel dettaglio, i poteri attribuiti da Roma. Il neo commissario straordinario dovrà definire programmi dazione per il superamento dellemergenza, se necessario anche «in deroga alle norme vigenti ambientali, paesaggistico-territoriali, igienico-sanitaria e di pianificazione del territorio». Per Lombardi, innanzitutto il compito di monitorare i campi autorizzati e di censire le presenze; localizzare gli insediamenti abusivi e identificare le persone che li occupano. Il passo successivo sarà adottare le necessarie misure, con lintervento delle forze di Polizia, nei confronti di coloro i quali risultino o possano risultare destinatari di provvedimenti amministrativi o giudiziari, di allontanamento o di espulsione. Quindi individuare i siti idonei a ospitare altri campi ma, attenzione, soltanto «qualora quelli esistenti non riescano a soddisfare le esigenze abitative» della popolazione rom in regola.
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