Rom, l’eurosinistra vuol riprocessare l’Italia

L’iniziativa del tedesco Schulz, vecchio nemico di Berlusconi, subito appoggiata dai socialisti e dall’Arcobaleno di casa nostra

da Roma

Toh chi si rivede! Il companero Schulz, quello cui Berlusconi voleva offrire una parte da kapò in qualche film sulla Seconda guerra mondiale e che la sinistra italiana cercò di trasformare in paladino della democrazia. Passa l’acqua sotto i ponti, ma al capogruppo dei socialisti nell’Europarlamento non passa invece la voglia di discutere della situazione italiana. E visto che fioccano polemiche tra Roma e Madrid, eccolo proporre un immediato dibattito sulla situazione dei rom.
Pensando forse di essere additato ancora una volta come «nemico» del Cavaliere, Schulz - bontà sua - ha chiesto di discutere «la difficile situazione che vivono i rom non solo in Italia, ma anche in Europa». Ma non c’è dubbio che nell’aula sulle rive del Reno dove quest’oggi si discuterà il problema - visto che la sua mozione è passata con 106 sì, 100 no e 2 astensioni - nel mirino finirà senz’altro il governo italiano, dato che è il solo che ha annunciato provvedimenti per frenare in qualche modo l’invasione di rom nel nostro Paese.
Il bello è che sui problemi dell’immigrazione non è prevista politica comunitaria, benché proprio il governo Berlusconi - con i suoi ministri e soprattutto con il commissario Frattini - abbia portato all’attenzione dei 27 la necessità di azioni congiunte, visto che poi la questione degli immigrati e dei rom viene a riguardare più o meno tutti. Il Consiglio dei capi di Stato e di governo ha però sempre contrapposto il suo «no»: ognuno per sé e Dio per tutti. Cosicché il dibattito di oggi altro non sarà che una parata propagandistica chiesta dai socialisti per cercare di mazzolare fin dai primi giorni il governo di centrodestra che è tornato al comando a Roma.
E la cosa più buffa è che con tutta probabilità saranno proprio gli eurodeputati italiani della sinistra - verdi, sinistra radicale e iscritti al gruppo socialista - quelli che con tutta probabilità ci andranno giù con maggiore pesantezza. Conferma di questo atteggiamento la si è già avuta ieri quando, in apertura di sessione a Strasburgo, la verde Monica Frassoni, co-presidente del gruppo assieme a Cohn-Bendit, si è dichiarata favorevolissima al dibattito. Anche Gianni Pittella (Pd) non è rimasto con le mani in mano: «Abbiamo voluto noi socialisti che il Parlamento europeo desse un messaggio chiaro e forte sulla questione dei rom ed in particolare sul grave clima di intolleranza e di odio che è stato alimentato nelle ultime ore in Italia. A fargli eco, da Roma l’ex-europarlamentare (Margherita) Lapo Pistelli per il quale, «a meno di 10 giorni dal giuramento del governo i nodi vengono al pettine e l’Italia rischia di tornare il sorvegliato speciale dell’Unione Europea».
Peccato che, come detto, le norme comunitarie lascino libero ogni Paese sul tema immigrazione.

E peccato che ci sia chi fa molto peggio di noi, impedendo del tutto ai nomadi di piantare i loro accampamenti sul suolo patrio. L’Italia forse, ha il torto di dire basta ad esser ricettacolo di rom che altri non vogliono. Che non vada bene ai tedeschi, può starci. Che metà dei nostri europarlamentari li segua, un po’ meno.

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