Roma

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Ieri mattina 22 negozianti di viale Libia hanno trovato le serrande dei loro esercizi commerciali incollate con del silicone che ne impediva l’apertura. «Penso che si sia trattato di un atto vandalico, negli ultimi mesi non è la prima volta che succede un fatto del genere - spiega Armando Calò, dell’associazione commercianti di viale Libia -. Di questi 22 negozi la metà è gestito da persone di religione ebraica. Credo che non bisogna parlare di matrice razzista per definire questo gesto, piuttosto parlerei di atto di demenza».
«Esprimo solidarietà a tutti i negozianti ebrei e in particolare a quelli colpiti dal boicottaggio di teppisti dell’estrema destra - afferma il sindaco Alemanno -. Bisogna fermare questa spirale di demenza aggressiva che sta facendo aumentare l’antisemitismo in città». «Siamo costretti ad assistere a gesti che riportano la nostra civiltà indietro a periodi bui di inciviltà e intolleranza - ha aggiunto il presidente della Regione Lazio Marrazzo-. Le saracinesche dei negozi di viale Libia sigillate da Militia nel quartiere africano sono il simbolo di una non cultura che incita alla xenofobia e all’odio razziale.

Provocazioni assurde e inaccettabili come queste devono essere condannate con durezza, e mi auguro che i responsabili siano al più presto chiamati a rispondere di questi gesti sconsiderati».

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