La Roma chiede a Totti una notte da Lione

La Roma chiede a Totti una notte da Lione

Lione - Quando Francesco Totti calca il prato dello Stade de Gerland, monumento nazionale da 40 anni, non può fare a meno di guardare la porta più lontana. Magari pensa all’eventualità di un rigore da tirare nella serata più importante per la Roma. Oppure sogna una prodezza stile Madrid e Valencia, due dei punti più alti della Roma versione Champions league, e vincere la sfida diretta con Juninho. «So che ci tiene molto, gli chiederò di giocare una grande partita», lo stimolo di Luciano Spalletti che si aspetta un contributo decisivo dal suo uomo chiave.
«È una partita importantissima per il futuro della squadra e dei tifosi», annuncia al gate di Fiumicino il tecnico giallorosso. Che in conferenza stampa a Lione va oltre: «Sarebbe un bel graffio per la squadra compiere l’impresa».
Che l’appuntamento sia storico lo dimostra anche la presenza di sostenitori vip sull’aereo della squadra: i più conosciuti sono il prefetto di Roma Achille Serra, colui che all’andata autorizzò la notturna dell’evento, ma che a Lione – ci tiene a precisarlo – è «solo in veste di tifoso» e il musicista premio Oscar Nicola Piovani.
All’aeroporto è lo svedese Wilhelmsson il più ritardatario, colpa di un guasto all’auto. Puntuali invece sono arrivati i nuovi attacchi del presidente del Lione Aulas. «Non dobbiamo pensare a queste cose, anche se è evidente l’intenzionalità di creare tensioni», commenta Spalletti. «Mi aspetto un gran tifo, ma non un clima rovente», dice Mexes, che dopo tre anni torna a giocare su un campo francese. E sull’attacco di Diarra, che ha definito gli italiani furbi e abili nelle provocazioni, arriva pronta la replica di Panucci, che contro il Lione perse una finale di Coppa di lega nel 2001 quando militava nel Monaco. «Furbi sì, ma in senso buono, non per ingannare l’avversario. Cercheremo di fare risultato attraverso il nostro gioco».
E se il copione della vigilia è simile al post partita dell’Olimpico (la stampa francese riporta anche che Abidal è ancora arrabbiato per le presunte offese di De Rossi, ndr.), quello del match di stasera dovrà essere diverso rispetto al primo tempo romano. Partita già nelle statistiche della Champions di quest’anno per il record di falli (57) e dei cartellini gialli (11). «All’andata nessuna delle due squadre ha espresso i propri valori, ma noi non dobbiamo pensare al passato – sottolinea il tecnico della Roma -. A Lione ci vorrà una partita di grande personalità, non perdendo la nostra caratteristica di attaccare appena ne avremo le possibilità». Ieri nella rifinitura Spalletti ha provato i rigoristi. «Anche se sarebbe riduttivo, o peggio sarebbe un suicidio, pensare ora ai tiri dal dischetto, solo la conseguenza di un tentativo mancato di vittoria. Ma non possiamo giocare per lo 0-0».
Dunque, niente barricate ma grande attenzione. «Nessuna delle due vorrà dare vantaggi all’altra, andare sotto di un gol potrebbe voler dire molto sullo svolgimento della gara». La Roma di reti in trasferta ne prende da tredici partite consecutive e non è un dato da poco.

In più il Lione non perde in casa da diciotto sfide europee, l’ultima volta in Champions fu l’Ajax di Chivu a compiere l’impresa nel 2002. Infine, lo 0-0 all’andata non ha mai promosso la Roma nei due precedenti, uno dei quali a Monaco nel marzo ’92. Spazio agli scongiuri.

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