Roma, una città attenta al cuore

ALEMANNO Il sindaco: «Un primo passo del piano per coprire l’intera area metropolitana»

Roma, una città attenta al cuore

L’arresto cardiocircolatorio è causato dall’interruzione della funzione di pompaggio del cuore, con il conseguente blocco dell’ossigenazione ai tessuti e agli altri organi. Una condizione di morte clinica reversibile che, se non adeguatamente trattata, non lascia scampo alle persone che ne vengono colpite. Un’emergenza confermata anche dai dati: ogni anno oscillano tra i 50 e i 70mila i decessi, su scala nazionale, in seguito all’inefficacia dell’attività cardiaca. E ancora: sono più di 7mila, nel Lazio, di cui ben 4mila solo nella capitale, le vittime di fibrillazione ventricolare, una delle cause più frequenti di arresto cardiaco. Rapidità degli interventi, corretta applicazione delle manovre di rianimazione cardio-polmonare da parte di personale esperto e, soprattutto, il tempestivo utilizzo di una terapia di defibrillazione, con la somministrazione di uno shock elettrico capace di rimettere in funzione il muscolo cardiaco, sono gli unici strumenti per la sopravvivenza. Una battaglia per la vita combattuta in prima linea dalla giunta capitolina. Che ha presentato, ieri, nel corso della conferenza stampa «Una città attenta al cuore», tenutasi presso la sala delle Bandiere del Campidoglio, un progetto di sussidarietà sociale, mirato alla salvaguardia della salute dei cittadini.
Un’iniziativa spiegata proprio dal sindaco Gianni Alemanno: «Per diffondere la cultura della prevenzione, finalizzata a proteggere la salute di cittadini e turisti - dice il primo cittadino - abbiamo installato in Campidoglio cinque defibrillatori (ubicati all’ingresso dei Musei capitolini, del Palazzo dell’Avvocatura e Senatorio, del I Dipartimento per le Politiche delle risorse umane e nel punto di primo soccorso Ipa), donati dal gruppo De Vita al Comune di Roma. Sono degli apparecchi di cui non si può fare a meno, perché riducono del 40 per cento i decessi da arresto cardiaco. L’obiettivo del piano strategico che abbiamo messo a punto è coprire l’intera area metropolitana». A fornire i dettagli tecnici degli apparecchi salvavita, il delegato del sindaco per rapporti con le istituzioni sanitarie, Adolfo Panfili: «I defibrillatori sono semiautomatici e dotati di sensori che riconoscono l’arresto cardiaco dovuto ad aritmie, ma anche a fibrillazione e tachicardia ventricolare, erogando la scarica elettrica di intensità corretta per ripristinare la funzionalità del cuore. Sono inoltre collegati on-line a un server centrale che ne monitorizza la funzionalità, garantendo ottimali condizioni di funzionamento».

Infine, il presidente della commissione Sanità del Comune di Roma, Fernando Aiuti, lancia una proposta: «Perché non si provvede alla dotazione dei defibrillatori a ogni farmacia, specialmente in quelle del centro storico, ma anche in punti nevralgici della città come la stazione Termini? Verrebbe garantita una maggiore percentuale di sopravvivenza ai romani, anche alla luce di tempi di attesa lunghissimi per l’arrivo delle ambulanze, che intervengono, spesso, quando è troppo tardi».

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