Roma e Lazio, un anno pieno di insufficienze

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Andrea Cuomo

Mai fine di campionato è stata vissuta con più sollievo da parte di Roma e Lazio. Che hanno conquistato la salvezza all’ultima chiamata (i biancocelesti) e alla penultima (i giallorossi). Una stagione brutta e mortificante per il calcio romano, esemplificata dal derby di ritorno, quello che passerà alla storia per essere stato giocato solo per una trentina di secondi: il tempo per il romanista Mancini di gettar via una palla gol e poi 90 minuti di «volemose bene» tra i fischi sonori del pubblico.
E ora? Il futuro delle due squadre è virato decisamente in grigio. E colmo di incertezze. La Roma l’anno prossimo sarà nell’Europa dei piccoli, quella Coppa Uefa che conta quasi nulla ma che rappresenta pur sempre una vetrina, per quanto impolverata. La Lazio, invece, avrebbe la possibilità teorica di partecipare alla lotteria estiva dell’Intertoto per strappare un invito alla Uefa, ma la dirigenza biancoceleste sta valutando se valga la pena condizionare la preparazione estiva della squadra per un simile misero traguardo.
Ma sono ben altri i crucci di Trigoria e Formello. Il più importante dei quali riguarda l’allenatore: Bruno Conti e Giuseppe Papadopulo hanno chiuso con il risultato minimo il loro compitino da traghettatori, ma il futuro appartiene ad altri. Chi? Per la Roma si fanno i nomi di Guidolin, Spalletti, Zeman, Mazzone e Trapattoni in un borsino che muta in continuazione.

Per la Lazio buio pesto, tanto che Lotito non sembra nemmeno scartare una riconferma di Papadopulo. Quel che pare certo è che se la stagione in corso è stata quella del ridimensionamento, difficilmente la prossima sarà quella della rinascita.

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