Roma a fari spenti «Lo scudetto è cosa di Inter e di Milan»

RomaA Claudio Ranieri piace viaggiare a fari spenti. Non che non ami sognare, come fa la città di fede giallorossa, ma preferisce tenere in sospeso le idee-scudetto della sua Roma: «Giusto l’entusiasmo, spero possa servire da stimolo, ma noi partiamo dietro Inter e Milan. I favoriti restano i nerazzurri che stanno meglio perchè sono davanti a tutti, poi ci sono i rossoneri». Avviso ai naviganti: stasera c’è il Bologna e l’attenzione deve rimanere su questa partita. «Ma il rischio è solo per la stampa, noi siamo super-concentrati sulla squadra emiliana, perchè il vero rischio è farsi male», sottolinea il tecnico di San Saba.
Qualcuno gli ricorda che non era mai stato così vicino allo scudetto, lui preferisce il low profile diplomatico. «Capisco che i giornali devono fare i titoli. Certo, voglio vincere tutte le partite, ma dobbiamo restare con i piedi per terra senza prenderci in giro», dice ancora Ranieri. Che stasera non toccherà il terzetto di «lupi famelici» decisivo con l’Udinese: il genio dalla faccia triste Menez e la coppia Vucinic-Toni, che da gennaio hanno un’elevata percentuale realizzativa. Segno tangibile che la Roma vuole i tre punti.
Solo al fischio finale di Damato, i giallorossi potranno finalmente pensare alla sfida con i nerazzurri, nella quale avranno un Totti in più nel motore. Ieri il capitano ha svolto l’intero allenamento con il gruppo e il recupero è ormai quasi completo. «Si allena secondo programma, dopo tanti giorni di stop e poi di sedute differenziate, ora che il lavoro è molto blando, può lavorare con noi», dice ancora Ranieri. Segno che il numero 10 non vuole mancare l’appuntamento più atteso della stagione.
Ma intanto c’è il Bologna, che un girone fa diede il via al ciclo di 19 partite utili. Un cammino che ha portato la Roma ad essere la migliore (come punti conquistati) da novembre a oggi. «Venivamo da tre sconfitte - ricorda Ranieri - non è stata una partita bellissima ma difficile dove i ragazzi hanno saputo reagire bene. Da quel momento, poi, si sono sempre di più sciolti, sempre di più consapevoli di quello che potevano fare durante la stagione, per cui è cambiata totalmente la Roma».
Quel pomeriggio Mirko Vucinic passò dai fischi agli applausi, ritrovando la via della rete dopo mesi di astinenza, Perrotta sfogò la rabbia del gol-vittoria tirando un calcio alla bandierina. Sembra trascorso un secolo: oggi l’attaccante montenegrino arriva in Emilia forte della tripletta all’Udinese e vicino alla doppia cifra realizzativa in campionato, mentre il centrocampista calabrese è diventato l’uomo per tutte le occasioni. Anche se stasera, complice la diffida, potrebbe avere un turno di riposo lasciando la maglia da titolare al rientrante Taddei.

Tornano anche De Rossi e Pizarro, il cuore del centrocampo romanista, e il Mexes in ombra nelle ultime settimane, chiamato in causa per la squalifica di Juan. Il compagno di reparto di Burdisso che sabato sera si è lasciato scappare: «Con l’Udinese abbiamo giocato per la prima volta pensando allo scudetto...». In barba alla diplomazia.

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