Roma ha l’eurofebbre: in 4mila a Trigoria

Hanno sfidato il caldo e la tentazione di una fuga al mare, la delusione per il pareggio di Cagliari, ma anche il divieto della società di assistere all’allenamento. In quattromila si sono presentati a Trigoria per un abbraccio simbolico alla squadra nell’antivigilia della sfida con il Manchester. E così davanti a questo bagno di folla, la Roma torna sui suoi passi, consentendo l’accesso all’interno del quartier generale anche se solo per venti minuti. C’è un’intera famiglia giunta in Mercedes, il papà che porta i figli a vedere per la prima volta i calciatori, i fidanzati in motorino e ancora mamme, nonne, ragazzine in cerca di foto ricordo.
Sulla tribunetta stracolma si scambia qualche commento sulla gara di Cagliari («potevamo sta’ a meno uno...»), mentre Spalletti e la squadra si avvicinano ai tifosi per un saluto. Si nota l’assenza del capitano. «Papà, dov’è Totti?», chiede un bimbo; «Sta in clinica», risponde un signore qualche fila dietro; «Ma no, tranquillo, il capitano si riposa per il Manchester», lo rassicura il padre. Ancora nessuno sa che il numero dieci è infortunato ai flessori della coscia sinistra e salterà le due sfide di Champions. Il tecnico che vuole calma e concentrazione trasferisce i suoi ragazzi al campo C, mentre scoppia il panico per un bambino che si è perso. Il servizio d’ordine lo ritrova in lacrime e lo riaccompagna dalla mamma, gli viene regalato un cappellino ultras e lui se ne va contento. Doni, Cicinho e Giuly si ritrovano in mezzo alle migliaia di supporter che stanno lasciando il campo ed è caccia all’autografo.
Il lavoro della squadra prosegue, mancano Totti e Juan che salteranno il Manchester. «Stiamo preparando la sfida come sempre, lasciando la tranquillità giusta per esprimere le nostre caratteristiche e qualità. Poi, per quello che abbiamo evidenziato anche contro il Cagliari, abbiamo delle possibilità», dice a Sky uno Spalletti ottimista per la sfida di domani. «Sono partite particolari che riescono a tirar fuori anche qualcosa di più da quello che hanno dentro i calciatori, perchè c’è grande partecipazione e attesa. Sotto l’aspetto emotivo bisognerà stare attenti perchè quegli equilibri sono un sostegno importante per tirare fuori l’estro che ha la mia squadra».

Un’ultima battuta sul collega Ferguson: «Siamo amici, l’ultima volta ci siamo addirittura scambiati una bottiglia dei nostri prodotti nazionali. È una persona che ha evidenziato di saper fare la propria professione, un uomo equilibrato che ha dato molto al calcio».

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