Roma, i tifosi non credono più nei miracoli

Scavalcata come se niente fosse una delle più brutte settimane della sua storia, la Roma si appresta a disputare il match casalingo contro il Chievo col rischio che sugli spalti dell’Olimpico, soprattutto se sarà una giornata di sole, oggi alle 15 si presenteranno in pochi intimi.
Perché i tifosi hanno annunciato il più goliardico degli scioperi organizzando in simultanea al match con i clivensi un torneo di calcetto che la dice lunga sulla frattura che s’è creata fra la dirigenza e il pubblico. Stanchi delle soap opera «vendo-non vendo» e delle incomprensibili giustificazioni di società e giocatori, i fan hanno pensato bene di trascorrere una domenica-smile affidando a un pallone e a sfide alla viva il parroco la domenica pomeriggio.
«Ci sarà tempo per vedere la Roma, magari con altri padroni», questa la filosofia spicciola di chi s’è letteralmente stancato di giustificazioni banali e puerili, tipo la «sfiga» e gli infortuni che hanno impedito il volo alto della squadra allenata da Luciano Spalletti. Che è apparso piuttosto deluso, ieri mattina, in conferenza stampa. «C’è amarezza a causa degli ultimi risultati che abbiamo fatto», ha spiegato il toscano, non prima di aggiungere che «i ragazzi hanno parlato e, per quelle che sono state le iniziative prese, si sono resi conto di dover mettere qualcosa in più e di dover esibire una reazione. Ora si va a giocare una partita non facile e appunto per questo i ragazzi si sono presi le loro responsabilità».
La partita in questione, avversaria la squadra gestita dal signor Campedelli, sulla carta dovrebbe avere un risultato scontato. O, almeno, così avrebbe dovuto essere. Invece paiono rovesciati i pronostici, con la Roma fuori dal giro-Champions League, in piena crisi d’identità e angosciata dalla situazione societaria, e il Chievo in fase rinascimentale grazie all’intervento di Mimmo Di Carlo. Che ha raccolto i cocci d’una formazione disgregata nella fase ascendente del campionato e li ha rincollati alla perfezione, al punto di portarla a vedere il traguardo-salvezza quasi in anticipo rispetto alle previsioni di quest’estate. «Di Carlo - ha sintetizzato il trainer romanista - è riuscito ad invertire risultati e classifica in modo imponente, attraverso il gioco, il comportamento e il sacrificio». Poi ha aggiunto: «Loro stanno benissimo, a confermarlo c’è la partita che hanno giocato sabato contro l’Udinese; nonostante il risultato negativo e pur essendo stati penalizzati, hanno messo tanta grinta in campo». Sui comportamenti dei suoi, Spalletti ha invece sottolineato che «la prima cosa che dobbiamo fare è mettere a posto delle cose al nostro interno, prendendo spunto dalle partite giocate in precedenza».


Confermate le assenze dei lungodegenti Aquilani (purtroppo diventato ormai il bersaglio preferito della tifoseria), Juan, Doni, Cicinho e del triste Montella e annotata l’assenza per squalifica di Pizarro, il signor Luciano darà ancora fiducia ad Artur fra i pali: davanti giocheranno da destra a sinistra Motta, Mexes, Panucci e Riise; poi, affidate le maglie a De Rossi e Brighi per coprire la mediana, il trainer opterà per l’accoppiata Taddei-Perrotta sulle fasce e affiderà le casacche degli attaccanti a Totti e Julio Baptista. Mica malvagia la formazione, se gioca da Roma gli spettri Palermo e Cagliari saranno - speriamo - per il momento allontanati.

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