Roma-Lazio, tanti assenti e tanta paura

RomaRoma-Lazio sarà anche il 4° derby più importante a livello internazionale, ma la vigilia di quello che andrà in scena oggi lo fa sembrare una sfida parrocchiale. Buonismo imperante, nessuna stoccata da Trigoria e Formello diretta all’avversario. In realtà, le due squadre arrivano all’appuntamento con gravi ferite. Da un lato, una Roma «bastonata» a Bergamo, trasferta costata 3 giocatori alla causa derby, e sull’orlo dello psicodramma per l’esclusione autolesionista di De Rossi. «Può piacere o meno quanto ho fatto, sbaglierò tanto ma sono una persona coerente con le mie idee», chiude il caso Luis Enrique. Dall’altro la Lazio «avviluppatasi» nella vicenda del tira e molla con l’allenatore, con il club che già si garantiva l’alternativa (il cambio è quasi certo a giugno).
La parola paura compare frequentemente nelle dichiarazioni dei protagonisti, forse più per esorcizzare la stracittadina che per un reale timore. Anche se il tirato Luis Enrique della vigilia - niente ritiro e quasi 24 ore di stacco per i giocatori - fa pensare a una sfida più decisiva per i giallorossi, all’inseguimento dei «cugini» sin dall’inizio della stagione. Tanto che Reja - gravato da 8 assenze - non lo dice, ma fa capire che un pari potrebbe stargli bene.
L’asturiano, tecnico amato o odiato a seconda dei risultati della squadra, vuole evitare di essere il 17° allenatore della storia romanista a perdere i due derby stagionali. «So che è una partita speciale e importante per noi, vale più dei tre punti e l’abbiamo preparata al 100 per cento pensando a come essere superiori a un avversario forte, dovremo giocare con cuore e passione», così Luis Enrique. Il collega goriziano, che ha ritrovato l’affetto del pubblico, vorrebbe fare il bis - la Lazio non vince in casa della Roma da 14 anni - in quella che rischia di essere la sua ultima stracittadina nella capitale. «Spero di no, anche se una sfida così mi fa dormire solo 4 ore la notte della vigilia... - le parole di Reja -. All’andata ho vissuto uno dei momenti migliori della mia carriera. Bisognerà cogliere l’attimo e aggredirli all’inizio, la Roma è una squadra che crescerà, mi auguro non da subito».


Totti festeggrà il 30° derby di campionato, solo Maldini (42) e Bergomi (31) ne hanno giocati di più. «Con De Rossi sono i giocatori determinanti», sottolinea Reja. Ma occhio a Klose: fu lui a decidere la sfida di andata sui titoli di coda.

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