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La Roma si illude, la Lazio fa il ribaltone

L’oriundo Osvaldo segna e imita Totti con la maglietta rivolta ai tifosi avversari: "Vi ho purgato ancora". La Lazio pareggia su rigore generoso. Palo di Cissè. Klose prende la traversa e decide a tempo scaduto

La Roma si illude, la Lazio fa il ribaltone

Roma - Il sogno di Edy Reja si avvera quando la sfida è ormai ai titoli di coda. L’uomo derby è Miroslav Klose che rompe il tabù dopo cinque stracittadine perse e fa esplodere il popolo laziale. Biancocelesti a un punto dalla vetta insieme al Cagliari in un campionato lumaca grazie al guizzo del tedesco, ribattezzato «Mito» dalla curva Nord.

Si rischiava di non giocare dopo la guerriglia di sabato nella Capitale. Ma sarebbe stato un peccato. Derby intenso quello di Roma, anche se non spettacolare, deciso dal colpo da biliardo del tedesco dopo il botta e risposta Osvaldo-Hernanes. E alla fine vista la ripresa di grande intensità dei biancocelesti, favoriti anche dalla superiorità numerica, sembra giusto così. Edy Reja, corso sotto la curva ad abbracciare i giocatori ed espulso dall’arbitro, si toglie finalmente la soddisfazione di battere la Roma, cosa che non gli era riuscita nei 13 tentativi precedenti con Vicenza, Napoli e Lazio. La Roma perde invece il primo derby giocato senza il capitano. Due tempi equamente divisi: il primo di marca giallorossa con la quarta rete consecutiva di Osvaldo, croce e delizia della Roma, che dedica il gol al grande assente Francesco Totti con la maglietta «Vi ho purgato anch’io» che ricorda quella molto contestata del capitano giallorosso in un derby del 1999. Il secondo è tutto biancoceleste, con il rigore di Hernanes e con le ghiotte occasioni dei suoi attaccanti. Fino alla stoccata di Klose, sempre più nel cuore dei tifosi laziali. Che dà un calcio alla sfortuna e cancella i primi 45 minuti nei quali la Lazio sembra contratta e preoccupata dalla sindrome derby. La Roma sembra infatti calarsi meglio nel derby, proponendo un gioco in verticale che poco assomiglia ai dettami tattici di Luis Enrique. Il gol lampo dell’italo-argentino (galvanizzato dal debutto nella nazionale di Prandelli e già in rete nel derby di Barcellona ai tempi dell’Espanyol) mette i giallorossi nella condizione di poter aspettare la Lazio per poi provare a colpirla in contropiede, ma la squadra di Reja sembra più pensare a disinnescare il possesso palla degli avversari che non a creare pericoli (tranne due tiri dal limite di Hernanes) alla porta di Stekelenburg, raggiunto più volte al viso da un raggio laser (un brutto vizio dei nostri stadi).

Ben diverso il copione della ripresa con la Lazio che parte in quarta e trova subito un rigore: ingenuità di Kjaer che sfiora con un braccio Brocchi in area mentre la palla era alla portata di Stekelenburg e viene espulso da Tagliavento. Hernanes non ripete l’errore di Floccari in un derby di due anni fa e cambia l’inerzia del match, anche perché può sfruttare la superiorità numerica. Klose e Cissé hanno spazi importanti ed entrambi spaventano Stekelenburg: il tedesco coglie la traversa di testa sovrastando Burdisso e poi spara alto da pochi passi, la conclusione a botta sicura del francese centra il palo. E quando il pari sembra segnato, ecco la prodezza di Klose che ribalta l’esito del derby.

Luis Enrique è in ginocchio come la Roma e da oggi via agli sfottò laziali nei confronti dei «cugini», consueto copione della stracittadina più calda d’Italia.

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