Coronavirus

Al bar con tute e mascherine: la provocazione all'Esquilino

L'iniziativa di un barista del rione dove vive la storica comunità cinese della Capitale per esorcizzare la paura: "Dopo i casi di coronavirus il quartiere si è svuotato e gli affari vanno a picco"

Al bar con tute e mascherine: la provocazione all'Esquilino

Dietro al bancone con le tute bianche anti-contagio e le mascherine. È la provocazione del titolare di un bar del quartiere Esquilino per denunciare la psicosi che si è diffusa negli ultimi giorni nel quartiere in cui vive la storica comunità cinese della Capitale.

Siamo in via Principe Amedeo, non molto lontano da via Cavour, dove soggiornavano i due turisti cinesi di 66 e 67 anni, arrivati in Italia lo scorso 23 gennaio dalla provincia di Hiubei, e attualmente ricoverati allo Spallanzani dopo essere risultati positivi ai test per il coronavirus. Da quando la polmonite cinese è arrivata nella Capitale nel quartiere la paura si è diffusa ancora di più, ha detto al Messaggero Andrea Lucidi, titolare del Caffè Romano. "Il quartiere si è svuotato, gli affari sono calati e sempre più persone chiedono caffè e cappuccino in plastica", ha detto ai giornalisti del quotidiano di via del Tritone il proprietario dell’attività.

Per questo stamattina i camerieri si sono presentati al lavoro con il kit per trattare i pazienti affetti dal coronavirus. È un modo per esorcizzare la paura che si sta diffondendo nel rione multietnico della Capitale. Nelle farmacie del quartiere stanno andando a ruba mascherine, disinfettanti per le mani e guanti in lattice. Le protezioni per il volto sono sold out in molti punti vendita. Anche i ristoranti cinesi della zona si svuotano sempre più. Storiche attività come quella di Sonia, titolare di uno dei locali più famosi di Roma dove gustare le prelibatezze della cucina asiatica, denunciano come gli affari siano andati a picco nel giro di una settimana.

"Per la sera del Capodanno cinese, quella dove lavoro maggiormente durante l'anno, avevo tutto il locale prenotato poi, una volta uscita la notizia, ci sono state cinquanta disdette", si è sfogata l’imprenditrice intervistata dall’agenzia di stampa La Presse. "Questa agitazione mette a rischio le nostre attività – aveva detto - ho parlato con tanti colleghi, non solo ristoratori ma anche parrucchieri, titolari di negozi, sono preoccupati, se si prosegue così alcuni rischiano la chiusura".

È di oggi, infatti, la notizia di un locale nei pressi della Fontana di Trevi che ha affisso un cartello per vietare l’ingresso alle persone provenienti dalla Cina. Il gesto è stato stigmatizzato dalla sindaca, Virginia Raggi, e da altri esponenti politici della Capitale. L’avviso è stato rimosso dopo poche ore dagli agenti della Polizia Locale. Ma i timori per il rischio contagio continuano ad impensierire una larga fetta della popolazione.

Così i baristi di via Principe Amedeo hanno deciso di scacciare il demone della paura con tute bianche e mascherine.

E il video girato dai clienti, manco a dirlo, ha fatto subito il giro del web.

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