Cronaca locale

Bottigliate e inseguimenti. Rissa choc tra turisti e clochard a Trastevere

Il senzatetto albanese è stato arrestato, i tre studenti americani sono stati denunciati a piede libero: ecco cos’è successo

Bottigliate e inseguimenti. Rissa choc tra turisti e clochard a Trastevere

Le forze dell’ordine hanno fatto chiarezza sulla rissa avvenuta a Trastevere, a Piazza Trilussa, nella notte tra mercoledì e giovedì. Dopo voci e indiscrezioni, i carabinieri hanno ricostruito con esattezza quanto avvenuto. Coinvolti un clochard e tre turisti americani: il primo è stato arrestato con l’accusa di lesioni personali, mentre gli studenti statunitensi sono stati denunciati a piede libero per lo stesso reato.

Come riportato dal Messaggerro, uno dei tre turisti è stato centrato da un colpo di bottiglia alla testa. Protagonista dell’aggressione un clochard di origini albanesi – in preda a una forte ubriacatura – rimasto in silenzio dopo l’assalto totalmente immotivato. I due amici dell’americano non sono però rimasti a guardare, scatenando la loro rabbia nei confronti del senzatetto dopo un lungo inseguimento per le vie della Capitale. Il giovane ferito è stato medicato con dieci giorni di prognosi all’ospedale Santo Spirito. Stessa prognosi per il vagabondo.

I due turisti hanno spiegato alle forze dell’ordine di aver aggredito il clochard per salvare l’amico aggredito. Nonostante ciò, gli agenti della stazione Trastevere hanno deciso di denunciarli, considerando che hanno picchiato il senzatetto quando aveva smesso la sua azione violenta. I militari hanno però smentito una ricostruzione circolata nelle ore successive alla rissa: l’aggressione non è scaturita da un “no” alla richiesta di elemosina fatta dall’albanese.

Il clochard non è nuovo a episodi violenti. Molti residenti hanno denunciato in passato alcune sue azioni violente. “È noto nella zona. È un tipo molto violento che le forze dell’ordine conoscono bene. Più volte l’hanno arrestato.

Ma poi, dopo pochi giorni dal fermo, lui è tornato sistematicamente a piazza Trilussa per chiedere l’elemosina”, le parole di un testimone ai microfoni del quotidiano capitolino.

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