Coronavirus

Coronavirus, infermieri sul piede di guerra presentano esposto in procura

Dopo il caso delle mascherine "non idonee", il sindacato Nursind ha presentato un esposto in procura affinché vengano accertate le responsabilità dell'azienda San Camillo Forlanini

Coronavirus, infermieri sul piede di guerra presentano esposto in procura

Gli infermieri sono stanchi di aspettare. Sono stanchi di doversi arrangiare e di vivere con l'angoscia di essere aggrediti dal virus. E così passano al contrattacco, depositando un esposto in procura. La notizia arriva dalla Capitale, dove l'avvocato Lidia Porzio, del Foro di Roma, ha interpellato l'autorità giudiziaria per conto del sindacato delle professioni infermieristiche (Nursind). Lo stesso sindacato che qualche settimana fa ha denunciato l'inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale forniti ai lavoratori dell'ospedale San Camillo Forlanini.

Il segretario provinciale del Nursind, Stefano Barone, li aveva definiti "stracci". Si trattava di mascherine identiche a quelle arrivate in Lombardia, passate alla cronaca con l'espressione "fogli di carta igienica" usata dall'assessore al Welfare Giulio Gallera. Un vero e proprio caso mediatico, che ha tenuto banco per giorni. Dopodiché, il silenzio. Cosa è cambiato da allora? "Quella fornitura è stata ritirata - ci spiega Barone - e sono arrivate le mascherine chirurgiche, ma sono poche, inoltre ci sono interi reparti dove mancano le Ffp2 e Ffp3". Non bastano neppure le tute idrorepellenti, i calzari, le visiere e gli occhiali. Nel frattempo sono 150 gli operatori sanitari che hanno contratto il virus. Contagi che, forse, si sarebbero potuti evitare. È questo quello che dovranno valutare gli inquirenti, assieme alle responsabilità dei vertici aziendali.

Le criticità segnalate nell'esposto non riguardano solo la carenza e inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale. Ormai da mesi, infatti, manca un organo di sorveglianza sanitaria che valuti il nuovo rischio biologico per il personale infermieristico e l'idoneità di quest'ultimo ad affrontare l'emergenza. Questo tipo di controlli andrebbero effettuati ogni due anni. E diventano ancor più necessari nel caso in cui l'organizzazione del nosocomio venga modificata, proprio come è accaduto al San Camillo, dove è stato dedicato un padiglione ai pazienti Covid. E infine non è stato attivato alcun percorso di formazione per il personale che opera in prima linea. "Tutto questo - ci spiega l'avvocato Porzio - configura una violazione del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro e della normativa speciale emanata dal governo e dai ministeri".

L'esposto è stato depositato ieri mattina. "Ne nascerà un'indagine che potrà produrre o un'archiviazione o un accertamento delle responsabilità". Responsabilità che, chiarisce la legale, "sono di carattere penale visto che i reati contestati sono di natura contravvenzionale". Sotto la lente di ingrandimento della procura finiranno i vertici dell'azienda ospedaliera, ma nel corso dell'attività di indagine potrebbero emergere anche altre responsabilità.

Non è escluso, infatti, che vengano chiamate in causa la Regione Lazio e la Protezione Civile per aver fornito al personale ospedaliero mascherine non idonee.

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