Cronaca locale

“Voi nasoni dovete essere cremati”. La frase choc del prof agli alunni ebrei

Un professore avrebbe rivolto molestie verbali e frasi shock rivolte agli studenti ebrei. Ma non solo, tante frasi inopportune sono state pronunciate da alcuni insegnanti

“Voi nasoni dovete essere cremati”. La frase choc del prof agli alunni ebrei

Il Collettivo Osa ha denunciato molestie verbali e frasi shock pronunciate da alcuni professori, come per esempio quelle dette da un insegnante nei confronti degli studenti ebrei. Come riportato da Repubblica, il docente avrebbe detto: "Voi nasoni dovete essere cremati", riferendosi ad alunni di religione ebraica. O anche frasi come "Così mi provochi" dirette a studentesse che si piegavano per raccogliere penne o fogli.

Il fatto sarebbe avvenuto all’interno del liceo artistico Enzo Rossi di Roma, che recentemente è stato occupato proprio dai ragazzi di Osa. La denuncia ha come obiettivo quello di un intervento da parte della scuola il prima possibile. La madre di un alunno e alcune ragazze racconteranno oggi in assemblea quanto subito. Toccherà poi al dirigente scolastico, Danilo Vicca, approfondire la questione, ricostruire quanto avvenuto nell’istituto e anche accertarne la veridicità di quanto affermato dalle varie parti coinvolte. Qualcuno avrebbe anche asserito di aver denunciato le molestie verbali alla dirigenza e all'Ufficio scolastico regionale, senza però ottenere risultati.

I fatti precedenti

Lo scorso 8 novembre, al liceo Cavour, uno studente trans di 18 anni aveva avuto indietro il suo compito in classe di arte, firmato con il suo nome di elezione, che non corrisponde a quello anagrafico. L’istituto in questione ha infatti adottato il regolamento sulla carriera alias che conferisce la possibilità a coloro che sono in fase di transizione di genere di usare il nome in cui ci si riconosce. Il 18enne si è però visto il nome sbarrato, cancellato dal docente. Quando ha chiesto spiegazioni al professore, questi avrebbe risposto, davanti a tutti gli altri studenti e all’insegnante di sostegno:"Non hai nessun diritto di utilizzare un altro nome, non mi interessa del regolamento".

La carriera alias

Secondo quanto raccontato da ragazzi e genitori, la discussione sarebbe proseguita in vicepresidenza. "Davanti a me ho una donna, non posso riferirmi a te diversamente", avrebbe continuato il professore. Il 18enne ha spiegato a Repubblica che il docente continuava a chiamarlo signorina anche se gli era stato chiesto di non farlo. A denunciare il tutto sono state le compagne di classe, i genitori, e anche la Rete degli studenti medi e il Gay Center, che chiedono adesso l'approvazione della carriera alias in tutta Italia. La 'carriera alias' prevede una identità differente collegata all'identità anagrafica, valida solo all'interno dell'Ateneo, che permetta allo studente o alla studentessa in transizione di genere di poter frequentare in modo inclusivo e nel rispetto della nuova identità scelta.

Anche al Plinio Superiore erano state denunciate frasi fuori luogo rivolte a un ragazzo, etichettandolo come omosessuale, parlando di una compagna: "Lei è talmente sexy da farti cambiare sponda" se sei omosessuale. Il professore di storia avrebbe fatto, secondo il racconto dei ragazzi presenti, commenti sessisti quando la giovane ha tolto la felpa ed è rimasta in classe con un top sportivo: "O ti copri o ti denudi", avrebbe detto l’insegnante che avrebbe poi continuato con la frase sul cambio di sponda.

A giugno un prof dell’Albertelli aveva inviato messaggi ambigui a una studentessa, chioedendole anche di uscire a vedere una mostra o a bere una birra insieme, nonostente la minore età della giovane. Un altro episodio risale a fine settembre, quando un insegnante avrebbe detto a una ragazza iraniana:"Non ti sembra giusto sostenere la lotta delle donne nel tuo Paese?" e, una volta pronunciate queste parole, le avrebbe tagliato una ciocca di capelli con le forbici, senza chiederle prima il permesso. In questo caso la scuola aveva preso provvedimenti dopo la denuncia della famiglia. Lo scorso maggio un professore di Genova aveva scritto sui social, riferendosi a una studentessa dell’Albertelli che si era presentata in classe vestita in modo non conforme al regolamento scolastico, "questa zoccoletta avrà quel che si merita non appena troverà un superiore nella sua vita lavorativa".

Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?

Commenti