Cronaca locale

Già in aeroporto per essere data in sposa, 19enne salvata in extremis

La ragazza avrebbe raggiunto il Bangladesh dove l'aspettava un matrimonio combinato dai suoi genitori, che sono stati denunciati

Già in aeroporto per essere data in sposa, 19enne salvata in extremis

Si trovava già in aeroporto per salire a bordo di un aereo che l'avrebbe portata in Bangladesh, suo Paese d'origine, dove sarebbe dovuta andare in sposa a un uomo che non amava. Invece la favola di Jamia, nome di fantasia, è finita bene. Adesso la 19enne si trova in una casa protetta di Roma da circa dieci giorni, e può pensare al suo futuro, senza dover sottostare al volere dei suoi genitori che avevano pronto per lei un matrimonio combinato. Finalmente la 19enne è libera di scegliere e di sognare. E se vorrà, potrà sposare il suo ragazzo, un 25enne indiano, e costruire una famiglia insieme, nonostante le loro religioni siano diverse.

L'aspettava un matrimonio combinato

Come riportato da Repubblica sono circa 500 le spose promesse nel Lazio che scompaiono ogni anno, si tratta di ragazze di origini straniere che improvvisamente non si recano più al lavoro, a scuola e spariscono nel nulla, senza lasciare traccia. Messe probabilmente su un aereo diretto in un luogo straniero, dove ad aspettarle c'è una vita che non hanno mai desiderato di vivere, accanto a un uomo che non conoscono e soprattutto che mai ameranno. Ma grazie al suo ragazzo, un indiano di 25 anni che lavora come pizzaiolo, la storia di Jamia è andata diversamente. Il giovane ha presentato infatti una denuncia contro il padre e la madre della sua amata e in questo modo è riuscito a salvarla. Lo scorso 12 febbraio i carabinieri hanno fatto in tempo a fermare la ragazza e i suoi genitori mentre già si trovavano sulla scaletta dell'aereo che dall'aeroporto di Fiumicino li avrebbe portati in Bangladesh. Subito Jamia avrebbe urlato ai militari: "Mi stanno costringendo a lasciare l'Italia", poche parole che le hanno salvato il futuro. Adesso il padre e la madre della 19enne risultano indagati per maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, violenza privata.

Picchiata e reclusa per 4 giorni

I genitori hanno fatto ritorno nel loro Paese d'origine mentre la figlia è stata condotta in una casa protetta di Roma ed è stata presa in carico dalla Onlus 'bon't worry', in prima linea da anni per difendere i diritti delle donne che subiscono violenze. Boh Guerreschi, fondatrice della Onlus, ha tenuto a sottolineare che"nessuna religione impone la violenza sulle donne e degli obblighi. I casi delle spose bambine o promesse sono molti di più perché non esiste una mappatura e spesso di loro non si sa più nulla. I casi noti in Italia sono 800 l'anno ma la cifra è molto più alta, almeno 3mila". La 19enne ha raccontato di quanto ha subìto dal momento in cui aveva asserito davanti alla madre di essere innamorata di un ragazzo indiano, con una religione e un paese differenti dai loro. Quando lo zio, nonché patrigno, l'ha saputo, l'ha picchiata e reclusa per quattro giorni in una camera. Tutto aveva avuto inizio il 9 febbraio. La vittima ha raccontato all'avvocato Licia D'Amico: "Mangiavo e bevevo solo quanto decideva lui. Mi portavano in bagno, aprivano il rubinetto e poi lui lo chiudeva".

Salvata dal suo amato

La giovane ha anche spiegato i piani dei suoi genitori, ovvero portarla via dall'Italia dopo quattro anni per portarla in Bangladesh e darla in moglie a un quarantenne scelto da loro. Anche perché lei era già innamorata da un anno del suo 25enne indiano che aveva conosciuto in pizzeria, dove lui è pizzaiolo e lei cameriera ai tavoli. Il 25enne era anche stato picchiato davanti alla pizzeria dai parenti della sua amata, alla quale avevano confiscato il telefono. È stato in quel momento che il giovane indiano ha deciso di recarsi dai carabinieri per denunciare quello che stava accadendo. Arrivati nell'abitazione i militari avevano però trovato solo gli zii e i cugini, mentre di Janis e dei suoi genitori non vi era traccia. Avevano portato via tutti i vestiti. Subito era diramato l'alert agli scali della Capitale. La storia della 19enne è stata segnalata alla Procura di Roma come codice rosso. Adesso c'è il rischio che i familiari riescano a rapirla e a portarla in Bangladesh. Proprio per questo motivo i magistrati stanno valutando la richiesta di una misura cautelare.

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