Lazio, caos nelle scuole: ogni giorno mancano 8mila insegnanti

Famiglie in seria difficoltà anche per i figli a casa in quarantena. I presidi puntano il dito contro la Regione e le Asl

Lazio, caos nelle scuole: ogni giorno mancano 8mila insegnanti

Tra classi sempre più in quarantena e insegnanti costretti a casa con il covid-19 la scuola, e di conseguenza gli studenti, non stanno passando un momento facile. A farne le spese sono soprattutto i genitori che si ritrovano i pargoli a casa. Adesso è anche iniziato un conflitto tra la Regione Lazio e le Asl da una parte, e i presidi delle strutture scolastiche dall’altra. I dirigenti scolastici starebbero accusando il governatore Nicola Zingaretti e l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato di avere riversato su di loro tutto il peso delle quarantene. Le istituzioni sarebbero quindi latitanti.

Troppe assenze gravano sulla didattica

Ad affermarlo all'AdnKronos è il presidente dell'associazione nazionale dei presidi del Lazio, Cristina Costarelli. A mancare sarebbero ben 10-15 insegnanti per scuola, e di solito non si riescono a sostituire in tempo. Queste assenze di docenti vanno poi a gravare sulla didattica delle classi, che adesso subiscono ognuna una media di una o due ore buche al giorno. Il presidente dei presidi dell’Anp per il Lazio ha infatti denunciato: “Sono assenze che si ripercuotono sulla didattica delle classi, che in media adesso subiscono 1-2 ore di buco ciascuna al giorno ma possono anche esserci più assenti nella stessa classe e le ore aumentano. Con il grande inconveniente e disagio per gli studenti pendolari che magari viaggiano due ore e su 5 ore di lezione ne fanno tre”.

Secondo la sindacalista il problema è legato al breve periodo in cui, in caso di positività di un insegnante, deve essere chiamato il sostituto: “In genere i supplenti non rispondono a richieste di sostituzioni per pochi giorni e per avere una risposta dall'inoltro della domanda servono minimo cinque giorni, alla primaria tre giorni”. Costarelli ha aggiunto che la prima ora diventa la prima mezz'ora in questo inverno di pandemia a causa delle nuove regole di gestione dei contagi. Sul banco degli imputati finiscono ancora una volta le classi in sorveglianza per due positivi, che possono essere frequentate in presenza solo dai vaccinati entro i 120 giorni. Secondo il presidente si tratta di una “norma inutile che aggrava il lavoro a carico del personale scolastico, e che contribuisce a ridurre la prima ora a mezz'ora di lezione: di fatto diventa mezza".

I controlli li fanno gli insegnanti, non le Asl

La gestione del controllo della data di vaccinazione nei certificati degli studenti è infatti affidata dai presidi ai docenti e viene effettuata direttamente prima dell'inizio della lezione. Si tratta quindi di un ulteriore rallentamento del sistema: "I ragazzi portano un certificato di vaccinazione che i docenti devono controllare, ma non acquisire. Per farlo servono almeno cinque minuti, che si aggiungono ai tempi di connessione e verifica dei presenti in dad tra non vedo, non sento e mancanza di collegamento".

Ma non manca neppure un affondo alle Asl che secondo la Costarelli “stanno spostando sulle scuole superiori illegittimamente azioni di sorveglianza che spettano alle aziende sanitarie. Abbiamo sollecitato la Regione con una lettera indirizzata al governatore Zingaretti, all'assessore alla Sanità D'Amato ed all'assessore alla Scuola Claudio Di Berardino il 22 gennaio. Ma ancora nessuna risposta. Tutto tace. La situazione è al limite, quanto meno un riscontro sarebbe cortese riceverlo”.

Nella missiva che i presidi hanno inviato alla Regione Lazio viene sottolineato che“dagli ultimi protocolli inviati dalle Asl alle scuole, si stanno spostando sulle scuole ulteriori azioni che non competono loro”.

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