Mafia nella Capitale: quali sono i clan e come agiscono

Le famiglie mafiose presenti a Roma e i settori principali dove fanno affari. Dallo spaccio all'immigrazione passando per i carburanti

Mafia nella Capitale: quali sono i clan e come agiscono

La direzione investigativa antimafia (Dia) ha presentato in Parlamento il consueto rapporto sui legami criminali relativo al semestre gennaio-giugno 2021 nella Capitale. Da quanto emerge a Roma non c'è un solo clan. Abbiamo sia i gruppi appartenenti a quelle che una volta erano la Banda della Magliana e la Banda della Marranella. Ci sono quelli autoctoni come i Casamonica e i Gambacurta. E infine, non manca la cosiddetta mafia tradizionale.

Quando si pensa ai mafiosi, tuttavia, va abbandonata l'idea dei gangster violenti col grilletto sempre carico dal momento che tra i criminali pullulano i colletti bianchi e gli imprenditori. Ad accomunare la criminalità romana è il metodo utilizzato: infiltrarsi e contaminare il tessuto economico legale con usura e riciclaggio attraverso relazioni affaristiche imprenditoriali. La pandemia ha lasciato ancora più spazi nel sistema degli affari romani. Lo si legge chiaramente nel rapporto: "I sodalizi mafiosi grazie anche agli stretti rapporti di collaborazione con professionisti e imprenditori compiacenti probabilmente paiono affinare sempre più le proprie capacità di reinvestimento dei proventi illeciti a fini di riciclaggio, evasione ed elusione fiscale". Ciò significa che nel Lazio e in particolare a Roma coesistono sia realtà autoctone che la 'ndrangheta, la camorra, la mafia e la sacra corona unita e che hanno come principale fine infiltrarsi nell'economia della Capitale, possibilmente senza doversi sporcare le mani. Si tratta di una presenza non omogena ma allineata con quella che è la densità abitativa della Regione. Ovviamente le mafie sono maggiormente pervasive nelle aree urbanizzate e caratterizzate "dalla presenza di più significativi scambi economici e commerciali".

Senza dimenticare che Roma resta il centro politico e amministrativo nazionale. Per questo l'essere limitrofi con la Campania è un facilitatore della proiezione delinquenziale di alcune espressioni camorristiche.

Come agiscono Procura e Forze dell'ordine

Come riporta RomaToday il questore di Roma Mario Della Cioppa in merito ha dichiarato: "La situazione complessiva di notevole disagio dell’imprenditoria e degli esercenti le attività commerciali, ha indotto le organizzazioni criminali a penetrare tali settori sfruttando l’oppressione debitoria”. Oltre a implementare il circuito del riciclaggio di denaro illecitamente acquisito con la conseguenza di alimentare anche quello dell’usura. La Procura, insieme alle altre forze di polizia, ha come arma principale di contrasto la confisca dei beni. "Le indagini patrimoniali funzionali all’applicazione delle misure di prevenzione del sequestro e la successiva confisca dei beni illecitamente acquisiti, proprio per stroncare il tentativo della criminalità di incunearsi nei meandri di economie in crisi, ulteriormente espandendo la propria illecita ricchezza in tutte le sue forme".

Inoltre, un altro fattore da non sottovalutare è la presenza delle carceri di Rebibbia e di Viterbo. Questi istituti di internamento ospitano numerosi detenuti sottoposti a regime differenziato. Dal momento che in questi casi i familiari dei colpevoli tendono ad avvicinarsi quanto più possibile, il territorio spesso finisce per essere vittima di infiltrazioni.

Gli affari

La criminalità è fortemente radicata nel tessuto imprenditoriale. A dimostrazione di ciò ci sono alcuni provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di ditte operanti nella gestione di società cooperative agricole, del ciclo dei rifiuti, degli autotrasportatori, delle costruzioni edili, della gestione di strutture alberghiere, della ristorazione e via dicendo.

Senza dimenticare il traffico di sostanze stupefacenti che continua ad essere il principale affare perpetrato dai sodalizi anche grazie agli aeroporti e ai porti presenti nella Regione. In merito si può ricordare l'operazione Manila che ha permesso di smantellare l'unione formata da alcuni soggetti romani e calabresi che per rifornire le piazze romane importavano grandi quantità di droga dal Marocco attraverso la Spagna.

Importanti anche gli interessi legati al gioco d'azzardo lecito e illecito. I legami sono stati dimostrati dal provvedimento di confisca eseguito dalla guardia di finanza e dai carabinieri tra i mesi di dicembre 2020 e gennaio 2021 durante l’inchiesta “Babylonia” (2017-2018) della DDA di Roma. Questa ha squarciato il velo che nascondeva la profonda infiltrazione criminale del settore delle scommesse e della ristorazione nella Capitale. Questo provvedimento ha mostrato come beni con valore pari a circa 300 milioni di euro fossero riconducibili a soggetti contigui alla camorra napoletana, alla criminalità organizzata barese e romana e a frange inquinate dell’imprenditoria della Capitale.

Senza dimenticare che la criminalità è entrata in pianta stabile anche nel mondo dei carburanti. L'operazione Petrol-Mafia spa, conclusa l'8 aprile 2021 dalla guardia di finanza, ha mostrato gli interessi di sodalizi mafiosi di diversa estrazione nel mercato e nella commercializzazione di carburanti e del riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestata a prestanome insospettabili.

In merito, invece, al mondo della prostituzione e dell'immigrazione clandestina va tenuto conto delle organizzazioni albanesi, cinesi, nigeriane, sudamericane, nordafricane e romene. Oltre che a operare nel mondo dello spaccio degli stupefacenti, il principale indotto arriverebbe loro dall'immigrazione clandestina, fonte di sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero. In questo ambito non c'è una gerarchia. Sembra come se le organizzazioni operanti sul territorio siano consapevoli della possibilità di agire in autonomia.

I Clan

I gruppi criminali autoctoni principali della Capitale sono i Casamonica, famiglia di origine sinti e rom, per molto tempo sottovalutata e negli ultimi anni colpiti duramente da magistratura e forze dell'ordine con arresti e sequestri di beni. L'ultimo arresto di alcuni di 19 di loro risale al 17 gennaio 2021. Inoltre, nel corso della redazione del documento sono stati qualificati ufficialmente come un'associazione criminale di tipo mafioso. Durante il processo Gramigna del luglio 2018 le condanne nei loro confronti superano i 400 anni di reclusione.

Attivo nella Regione anche il gruppo Gambacurta,

presente in particolare nei quartieri Montespaccato, Boccea e Aurelia. Nel 2018 con l'operazione Hampa sono state arrestate 58 persone appartenenti o affiliate alla famiglia. Solo il loro capo ha ricevuto 30 anni di reclusione.

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