Cronaca locale

"Ti ammazziamo di botte". Baby bulle in azione

Non era la prima volta che la prendevano a schiaffi e la schernivano per il suo accento straniero

"Ti ammazziamo di botte". Baby bulle in azione

Non era la prima volta che la prendevano a schiaffi e il giorno prima dell’aggressione l’avevano minacciata: “Ti ammazziamo di botte argentina di m...., tornatene dove stavi”. Poi martedì hanno dato corpo a quelle parole fino a quel momento solo pronunciate. Quando il professore di educazione fisica era assente, il gruppetto, formato da tre ragazze di 13 anni e un ragazzo di 14, l’ha prima circondata, e poi presa a botte con calci e pugni. Il pestaggio è avvenuto lo scorso martedì, fuori dalla palestra della scuola media Falcone di Anzio. La 14enne è stata buttata per terra e duramente colpita con calci e pugni al volto e sul corpo, fino a quando non è crollata. Come riportato da Il Messaggero, la vittima ha detto di aver perso quasi subito conoscenza, in seguito a un violento colpo alla testa contro il marciapiede, e di aver ripreso i sensi solo perché sentiva male al setto nasale. Un compagno di classe è corso in suo aiuto e ha allertato i docenti. Quando i professori hanno portato la ragazzina in una stanza isolata, ha potuto mandare un messaggio alla madre: “Mamma aiuto”.

Le offese e le volgarità

Quando il genitore ha raggiunto la struttura scolastica la figlia era confusa e piena di ematomi ovunque. La poveretta è stata quindi accompagnata al pronto soccorso dell'ospedale Riuniti di Anzio dove i sanitari hanno riscontrato nella paziente la frattura del setto nasale e altre ecchimosi guaribili in 25 giorni. Nella giornata di oggi dovrà subire un intervento chirurgico per ridurre la frattura. Era almeno un anno che andavano avanti offese a sfondo razziale e minacce, oltre a pesanti volgarità. La mamma della 14enne aveva denunciato il fatto sia al Provveditorato che all'assessore alla scuola di Anzio. La donna ha raccontato: “È accaduto poco prima delle 13 e solo intorno alle 14 mi ha telefonato una bidella spiegando che la vicepreside mi voleva parlare. Quando sono arrivata ho trovato mia figlia con il volto tumefatto. Non capisco perché, con la ragazza in quelle condizioni, sia stata avvertita dell'aggressione dopo quasi un'ora”.

Il corpo scolastico non aveva chiamato nessuno, né il 118 né le forze dell’ordine per denunciare il grave atto di bullismo perpetrato nei confronti della giovane che era da poco tornata in Italia dopo diversi anni passati oltre confine. Gli insulti e le minacce erano iniziati fin da subito, così come le prese in giro per il suo accento e l’italiano non corretto. “L'hanno presa in antipatia, coprendola di insulti e offese. Ho provato a parlarne con preside e docenti ma non hanno capito la gravità”, ha asserito la madre della vittima che è certa che il pestaggio di martedì fosse premeditato. Anche perché, sempre secondo quanto raccontato, il giorno precedente la figlia le aveva detto di essere stata insultata e di aver ricevuto minacce.

Avevano minacciato di prenderla a botte

La madre ha spiegato che “le avevano promesso le botte. Già prima l'avevano minacciata sul gruppo Whatsapp della classe e per questo avevo contattato la mamma della capobulla per metterla al corrente di quello che stava accadendo, mandandole gli screenshot delle minacce. Purtroppo proprio la ragazzina mi richiamò arrabbiata dal telefono della mamma, dicendomi di tutto”. La sera del pestaggio madre e figlia hanno sporto denuncia ai carabinieri di Anzio, con tanto di nomi e cognomi degli aggressori, tre ragazzine di 13 anni e un solo ragazzo, un 14enne, unico imputabile. Il reato ipotizzato è di lesioni personali in concorso. Per le studentesse invece ci sarà la segnalazione al Tribunale dei minorenni. Adesso i militari ascolteranno sia il dirigente scolastico che la vicepreside e il professore di ginnastica. Anche i quattro presunti aggressori hanno sporto denuncia contro la 14enne per lievi lesioni riportate, refertate e considerate guaribili in circa una settimana. Su Tik Tok intanto è stato postato un video in cui la baby gang corre nei corridoi dell’ospedale, non proprio dolorante. Alla vittima sono giunti 160 messaggi zeppi di volgarità e cattiverie gratuite.

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