Cronaca locale

Oltre 13 milioni di euro inutilizzati: la burocrazia grillina blocca Roma

Si tratta dei fondi erogati dal Viminale in occasione del Giubileo della Misericordia del 2016 che ora rischiano di tornare al mittente: nessuna delle opere previste entro il 31 dicembre del 2019 è stata realizzata

Oltre 13 milioni di euro inutilizzati: la burocrazia grillina blocca Roma

La riqualificazione di via Appia Antica e dei giardini che circondano il Colosseo sono solo alcune delle opere che dovevano essere eseguite con i fondi del Giubileo della Misericordia. E invece per colpa della tortuosa burocrazia grillina oltre 13 milioni di euro dovranno essere restituiti dal Campidoglio al Ministero dell’Interno, senza che si sia realizzato nulla di quanto previsto.

Il conto alla rovescia ormai è agli sgoccioli. L’ultimo dell’anno il Viminale chiederà conto al Comune della cifra a sei zeri elargita nel 2016, in occasione dell’Anno Santo indetto da Papa Francesco. In tre anni, infatti, la giunta grillina non è riuscita a realizzare neanche uno degli interventi previsti. Eppure, oltre a progetti per abbellire le aree di interesse culturale e artistico, in cantiere c’erano anche lavori di importanza cruciale per una città in perenne emergenza. I soldi del giubileo, ad esempio, ed in particolare 2,4 milioni di euro, come ricorda La Repubblica, sarebbero serviti a manutenere le caditoie sulle arterie capitoline, per evitare gli allagamenti che puntualmente mettono in ginocchio la città alla prima goccia di pioggia.

Poi ci sono gli oltre 6 milioni euro destinati a tappare le buche che costellano le strade di Roma e al rinnovo della segnaletica per gli automobilisti. Non solo. Tra gli interventi in programma, oltre alla manutenzione straordinaria di siti frequentati ogni giorno da migliaia di turisti, come quello della Regina Viarum o dell’Anfiteatro Flavio, in ballo ci sono anche 500mila euro per il rifacimento dei marciapiedi e della carreggiata di via della Mercede.

E i lavori che dovevano agevolare la visita dei pellegrini nella Capitale non riguardavano solo il centro storico ma anche la periferia. A Tor Sapienza, ad esempio, quasi 200mila euro erano stati destinati al rifacimento della caserma dei carabinieri. Un presidio fondamentale per la sicurezza di un quartiere in balìa dei furti e dei roghi tossici che provengono dal campo nomadi di via Salviati e via di Salone.

Sempre sul fronte della sicurezza centinaia di migliaia di euro erano state destinate al rifacimento dei sistemi di videosorveglianza e all’accoglienza dei minori stranieri. Sono undici in totale gli interventi che rischiano di non venire mai realizzati per colpa delle lungaggini burocratiche. In tre anni il Campidoglio a trazione pentastellata non è riuscito ad espletare le procedure per gli appalti pubblici che avrebbero dovuto portare all’assegnazione dei bandi alle ditte incaricate di portare a termine i lavori.

Tempi biblici per la pubblicazione degli avvisi di gara, per l’apertura delle buste o per il vaglio delle offerte, hanno portato ad un nulla di fatto. I consiglieri grillini puntano il dito contro l’Anac, l’autorità anticorruzione che avrebbe ritardato le procedure. Ma la figuraccia è palese e ora i fondi rischiano di andare persi. Dopo il 31 dicembre i soldi “non impegnati” torneranno al Viminale.

E potrebbero essere destinati dal governo ad altri comuni.

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