Cronaca locale

Le rom che occupano beffano la legge: "Lo faremo ancora..."

Ci sono voluti 21 giorni per restituire al signor Ennio Di Lalla, 86enne residente nel quartiere romano Don Bosco, l’appartamento che i rom gli avevano sottratto. Saranno a carico dell’anziano le ingenti spese per riparare i danni subiti. Perché non si è agito in tempo? Ne abbiamo parlato con il suo avvocato

Le rom che occupano beffano la legge: "Lo faremo ancora..."

Ci sono voluti ventuno giorni per restituire al signor Ennio Di Lalla, 86enne residente nel quartiere romano Don Bosco, l’appartamento che un gruppo di rom gli aveva sottratto. Era lo scorso 13 ottobre. L’anziano si era ritrovato fuori casa all’improvviso, di ritorno da una visita medica. È iniziato così un calvario lungo quasi un mese. Tanto il tempo che c’è voluto per ottenere un decreto di sequestro preventivo che ponesse fine all’occupazione abusiva. Di questa inaccettabile attesa e di come questo tipo di reati rimanga spesso impunito, ne abbiamo parlato con l’avvocato Alessandro Olivieri, difensore del signor Ennio.

Come è possibile che ci sia voluto tutto questo tempo?

"Il giorno in cui il signor Ennio mi ha conferito l’incarico, ho subito presentato alla procura istanza di sequestro preventivo. Si tratta di una misura cautelare che serve proprio ad evitare il depauperamento del bene, in attesa che le indagini – i cui tempi sono quelli che sono – facciano il loro corso. Per ottenere l’emissione della misura da parte del gip abbiamo dovuto aspettare 17 giorni. Ed è un fatto inaccettabile considerato che per loro natura le misure cautelari sono misure urgenti."

Quindi cosa non ha funzionato?

"Non lo so, posso solo immaginarlo. A livello pragmatico c’è stata una lentezza nel considerare i fatti esposti ed agire. Questo nonostante i miei solleciti giornalieri."

Oggi finalmente la misura è stata eseguita, come sta il signor Ennio?

"Ennio è svenuto. Ha avuto un malore. Mi è caduto tra le braccia non appena si è reso conto delle condizioni in cui era ridotto l’appartamento."

Ovvero?

"Da una prima ricognizione superficiale ci siamo resi conto che mancano dei quadri ed è sparita la vetrinetta con dentro la collezione di accendini d’oro e sterline. Oggetti di valore, a cui però Ennio era anche legato affettivamente. Sono spariti anche i suoi vestiti, e poi l’appartamento è ridotto ad un campo rom. All’interno c’era anche un cane, relegato in balconcino tra le sue feci. Quello dell’utilizzare un animale per rallentare le procedure di sgombero è uno degli escamotage più in voga tra gli abusivi, perché prima di effettuare l’intervento bisogna trovare un luogo idoneo per sistemarlo."

Chi pagherà i danni lasciati dalle occupanti?

"Sono tutti a carico di Ennio. Questa è un’altra vergogna, non solo il danno ma anche la beffa di dover ripagare i danni fatti da altri. Solo per cambiare la serratura ha già speso 300 euro."

E delle occupanti cosa ne è stato?

"Si sono allontanate con buste e carrelli, portandosi via i loro effetti personali, tra cui anche uno schermo al plasma."

Dove sono andate?

"Non ne ho idea. Attualmente risultano indagate a piede libero."

Quindi possono tranquillamente far perdere le proprie tracce…

"Guardi, non credo. Non ne hanno bisogno. Queste sono le classiche indagini che vanno alle calende greche. Se il reato non andrà in prescrizione e si arriverà prima o poi a una sentenza di condanna, difficile si facciano anche un solo giorno di carcere. E poi se nullatenenti non pagheranno un euro."

Allora c’è il rischio che possano occupare ancora?

"Direi la quasi certezza, per loro stessa ammissione.

Le ultime parole che hanno detto prima di andare via sono state proprio: “Tanto ne occupiamo un altro”."

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