Cronaca locale

Roma, ora il M5S pensa ad un piano per le case popolari ai rom

Secondo un'indiscrezione pubblicata da Affaritaliani i consiglieri del M5S hanno firmato una proposta di delibera popolare che propone la costruzione di 40mila case popolari per promuovere "il mix sociale fra gli abitanti della Capitale"

Foto di repertorio
Foto di repertorio

L’ipotesi di dare il via alla costruzione di nuove case popolari dove possano convivere “famiglie appartenenti alle varie etnie e alle differenti classi di reddito presenti nel territorio capitolino” è contenuta tra gli obiettivi della proposta di iniziativa consiliare che contiene le “Linee guida per una ricognizione finalizzata ad una variante urbanistica del Piano Regolatore Generale”, firmata dai consiglieri pentastellati in Campidoglio.

Dietro il progetto ambizioso del M5S capitolino, secondo le indiscrezioni pubblicate da Affaritaliani, ci sarebbe la volontà di portare a termine il piano di superamento dei campi rom, dando il via alla costruzione di “40mila appartamenti con obiettivo di zero consumo di suolo e mix sociale fra gli abitanti della Capitale”. Un piano che, secondo i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera, Giancarlo Righini e Chiara Colosimo, potrebbe ricevere anche il placet della Regione, dove ormai è sempre più saldo l’asse tra Pd e M5S.

A via della Pisana, infatti, Pd, Leu e Radicali hanno già presentato una proposta di legge per eliminare la legge regionale 82/1985 sulle “norme in favore dei rom”. L’obiettivo, secondo le opposizioni, è quello di rimpiazzarla con una nuova regolamentazione che permetta di arrivare al “superamento dei campi”. E, perché no, di accontentare la Commissione europea, che soltanto un anno fa aveva ammonito la Regione Lazio proprio sulla presunta discriminazione delle popolazioni nomadi nell’accesso alle case popolari.

Per questo, scommettono gli esponenti del partito di Giorgia Meloni, la Regione Lazio sarebbe pronta ad approvare, grazie alla sinergia tra Dem e grillini, un provvedimento che includa al suo interno anche l’accesso facilitato per i nomadi all’edilizia residenziale pubblica. "Sarà uno dei primi parti legislativi di questo innaturale connubio”, si legge in un comunicato diffuso dai consiglieri. “Così – commentano - dopo aver subito i danni alla salute provocati dai roghi tossici, i furti nelle case, i borseggi sull'autobus, il rovistaggio dei cassonetti con spargimento dei rifiuti sui marciapiedi e l'accattonaggio, i cittadini del Lazio, italiani e stranieri regolari da anni residenti, meritevoli per graduatoria di acquisire un alloggio popolare, si vedranno togliere questo diritto da chi sfrutta i minori e i disabili per rubare e chiedere l'elemosina”.

Anche la Lega si schiera contro un’ipotesi di questo tipo, con il capogruppo in Regione Orlando Tripodi, che invoca le “ruspe” e promette le barricate.

“Qualsiasi persona si adegui alle leggi dello Stato senza corsie preferenziali – attacca il leghista – i romani e gli italiani hanno subito abbastanza tra roghi tossici e delinquenza".

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