Cronaca locale

Roma, scavalca un cancello per non pagare il conto e muore infilzato

Durante una rissa il cameriere è stato colpito al volto. Gli amici della vittima sono stati arrestati per tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale

Roma, scavalca un cancello per non pagare il conto e muore infilzato

Tragica nottata in un ristorante di Roma, dove un uomo, mentre cercava di scappare senza pagare il conto, è rimasto infilzato scavalcando un cancello. La morte è sopraggiunta due giorni dopo causata da una setticemia fulminante. I suoi compari sono invece stati arrestati dai militari per tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Come se non bastasse, un cameriere è stato preso a pugni ed è finito anche lui in ospedale per essere medicato. La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta. Ma andiamo per ordine.

La sera dello scorso 23 luglio Giuliano Bergamini, 23enne residente a Roma e padre della piccola Sofia, ha deciso insieme a un paio di amici di cenare in un ristorante a Villa Adriana. Secondo quanto ricostruito, terminata la cena, lui e i suoi compari non avrebbero avuto nessuna intenzione di pagare il conto, anche salato, visto che i tre amici avevano mangiato e bevuto a volontà. A quel punto nasce una violenta discussione con il proprietario del locale e un cameriere viene colpito al viso, procurandosi un viaggio in ospedale e 5 giorni di prognosi.

Il tentativo di fuga finito male

Mentre gli amici discutono animatamente, Giuliano decide di tagliare la corda e tentare la fuga. Quando però cerca di scavalcare il cancello del ristorante rimane infilzato da una punta di ferro. I primi a soccorrerlo sono i dipendenti del ristorante, in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Con l’ambulanza del 118, che trasporta il giovane all’ospedale di Tivoli, arrivano anche i carabinieri della Compagnia di Tivoli che si occupano invece degli amici della vittima. Questi vengono quindi arrestati per estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Sembra comunque che il 23enne non abbia partecipato in modo attivo alla rissa, ma sia piuttosto rimasto in disparte, pronto a fuggire.

In ospedale le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni e dopo aver medicato la ferita alla coscia sinistra, viene dimesso e con una prognosi di 10 giorni. Con il passare delle ore però la situazione degenera. La ferita non tende a rimarginarsi e l’infezione si propaga. Venerdì Giuliano viene quindi trasportato d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma, dove muore sabato 25 luglio, il giorno seguente al ricovero, a causa di una setticemia fulminante.

La Procura di Roma apre un'inchiesta

Dopo che i genitori della vittima hanno sporto denuncia, il pm Francesco Cascini della Procura di Roma ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo nei confronti dei medici che si sono occupati del paziente. Adesso sarà compito degli investigatori far luce su quanto avvenuto, ricostruendo i fatti e indagando su eventuali responsabilità nei confronti dell'equipe medica dell'ospedale di Tivoli, che per prima ha avuto in cura il 23enne. Importante sarà a questo punto accertare che siano state seguite tutte le procedure al fine di evitare l'infezione e che non ci siano state mancanze. Sul corpo del giovane è stata disposta l'autopsia.

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