Romanzo vecchio fa buon brodo

L ibro vecchio fa buon brodo. O almeno un po’ più saporito delle novità editoriali, sempre «attese» anche se non si sa bene da chi. Forse dagli uffici stampa, non dai lettori. Che continuano a premiare nomi collaudati (Camilleri e Carofiglio, entrambi nelle primissime posizioni dei bestseller con un paio di titoli) e addirittura romanzi usciti mesi se non anni fa.
Prendiamo come riferimento le classifiche pubblicate on line da Arianna, strumento utilizzato dai librai per vedere quali titoli «si muovono», cioè vendono (settimana dal 31 maggio al 6 giugno; www.ibuk.it). Le galline dalle uova d’oro sono, come detto, Camilleri e Carofiglio, due industrie editoriali capaci di sfornare titoli a getto continuo, sempre ben accolti dal pubblico. (Il siciliano piazza La caccia al tesoro e Il nipote del Negus entrambi marchiati Sellerio; il pugliese risponde con Non esiste saggezza, Rizzoli e Le perfezioni provvisorie, Sellerio). Poi continuano a spopolare le ricette di Benedetta Parodi, raccolte in Cotto e mangiato (Vallardi), uscito nel novembre 2009 e nella top ten da mesi. Senza scadenza anche le avventure sentimentali di Fabio Volo. Le ultime sono quelle de Il tempo che vorrei (Mondadori), novembre 2009, tuttora nei piani alti. (Il deejay domina da mesi anche la classifica dei tascabili, in cui piazza tre romanzi nelle prime sedici posizioni).
La riduzione cinematografica, appena uscita in Italia, ha riportato nei piani alti La strada (Einaudi) di Cormac McCarthy, edito nel 2007. Stessa sorte per Stieg Larsson: sull’onda del nuovo film, lo svedese è quindicesimo nella classifica generale con Uomini che odiano le donne (Marsilio) ma è in risalita anche La regina dei castelli di carta (Marsilio). E a questi numeri bisogna aggiungere anche le copie dell’intera trilogia Millennium vendute in edicola, come allegato a un quotidiano. L’eleganza del riccio (e/o) di Muriel Barbery non ha avuto bisogno nemmeno del traino della quasi omonima pellicola, contestata dall’autrice: è uscito nel settembre 2007, è entrato in classifica quasi subito e vi ha messo le radici. Ora è 23°.
Altri titoli non proprio freschi di stampa che incontriamo vicino alla vetta: Io sono dio (BCDalai editore) di Giorgio Faletti, maggio 2009; La biblioteca dei morti (Nord) di Glenn Cooper, maggio 2009 (trascinato dal nuovo Il libro delle anime); Marina (Mondadori) di Carlos Ruis Zafón, maggio 2009 (trascinato dal nuovo Il palazzo della mezzanotte); Venuto al mondo (Mondadori) di Margaret Mazzantini, novembre 2008; La principessa di ghiaccio (Marsilio) di Camilla Läckberg, gennaio 2010. E come sempre, questa settimana al 24° posto, c’è Il piccolo principe (Bompiani) di Antoine de Saint-Exupéry: risale al 1943.
E i libri «del momento», i «casi editoriali» di cui «tutti parlano»? Per parlarne, se ne parla e spesso se ne scrive. Ma poi si leggono? Pare di no.

È segno della crisi, che induce i lettori a puntare sulle «certezze» come la saga di Montalbano? O esiste una strategia del «riciclo» di opere stagionate richiamate in vita con espedienti vari, dai Festival sempre più numerosi battuti a tappeto, ai film, alla trasformazione dei titoli più forti in formati vari (dal cartonato, al Superpocket, al tascabile e così via)? Probabilmente un combinato delle due cose.

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