La Florida è andata. Vince Romney, Gingrigh sa di aver perso già dalla fine dell’ultimo dibattito tv. Da oggi si guarda già avanti. Nell’altalena di queste settimane, l’ex governatore del Massachusetts è di nuovo davanti. Il voto in Florida ha un peso politicamente rilevante fine: non solo perché vale 50 delegati, ma perché qui al voto va un numero di persone decisamente maggiore rispetto a quello degli Stati nei quali si è votato finora. Si parla di 1,5 milioni di elettori repubblicani. Circa 623mila di loro avevano già votato per posta o nei cosiddetti early voting sites, i luoghi dove da settimane si poteva consegnare la propria scheda. Si tratta di una massa di votanti superiore alla somma degli elettori di Iowa, New Hampshire e South Carolina, messi assieme. Basta?
Ovviamente no. È un indicatore. Perché la Florida è sempre strategica nelle primarie e nelle presidenziali e perché stavolta per il campo conservatore è uno stato che ha un valore simbolico maggiore. Quest’anno si terrà proprio in Florida, al Convention Center di Tampa, tra il 27 e il 30 agosto, nello stesso luogo dove Mitt Romney ha dato appuntamento nella serata di ieri ai suoi fan e ai media di tutto il mondo per l’ennesima festa elettorale.
Nonostante la sconfitta, Gingrich continua comunque continua a sperare: ad aiutarlo sono le nuove regole che prevedono spesso una redistribuzione proporzionale dei delegati e sono pochi gli Stati in cui, come in Florida, chi vince si prende tutto.
In più, lo staff dell’ex Speaker punta a rifarsi già il mese prossimo negli Stati del West: il 4 febbraio si voterà in Nevada, il 7 in Colorado e in Minnesota e il 28 in Arizona. Ma sempre il 28 anche in Michigan. Poi si passerà al Super Tuesday il 6 marzo, il super martedì con 12 primarie. Quelle in Ohio, Massachusetts e Virginia, tre Stati popolosi e fondamentali, non dovrebbero sfuggire a Romney, anche perché Gingrich non è riuscito a far inserire il suo nome sulla scheda elettorale in Virginia ed occorre scriverlo a mano per scegliere l’ex Speaker.
«Malgrado il messaggio che lo staff di Romney vuole lanciare al Paese e ai media, siamo appena all’inizio della partita».
Quanto sarà lunga non lo sa neanche lui. Ciò che sa, però, è che non conviene a nessuno trascinarsi troppo con le primarie. Il perché è semplice: il fuoco amico tra repubblicani avvantaggia soltanto Obama.twitter: @giudebellis
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